Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Napoli, duecento ordigni inesplosi trovati sui fondali del golfo

Categories: Bonifica perché

Marina Militare

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Napoli

di Marco Molino

Prima di ogni missione, i palombari del Comando Subacquei ed Incursori (Comsubin) della Marina Militare si preparano con la stessa meticolosa procedura seguita dagli astronauti quando devono “immergersi” nello spazio interstellare durante le operazioni extra veicolari. In entrambi i casi c’è da affrontare un ambiente potenzialmente ostile e i dettagli fanno la differenza, soprattutto se negli oscuri fondali è necessario scovare e rimuovere antichi ordigni ancora in grado di uccidere, come recentemente accaduto nelle acque del Golfo di Napoli. Per tale motivo l’equipaggio della nave Anteo, ormeggiata in questi giorni nel porto di Pozzuoli, affronta con scrupolo ed umiltà le svariate mansioni di bordo e i delicati interventi negli abissi. Tutto un mondo che merita di essere raccontato. Oltre allo svolgimento di alcune attività addestrative programmate, gli ufficiali dell’unità specialistica accoglieranno infatti a bordo studenti e appassionati dei comuni flegrei per illustrare la complessità di operare nell’ambiente marino al servizio della collettività. La definizione di nave militare può essere talvolta fuorviante.

La ricerca subacquea

La Anteo si batte tutti i giorni, ma lo fa per salvare vite e tutelare l’ambiente anche in tempo di pace. Numerose le missioni di soccorso per sommergibili in difficoltà e la bonifica di specchi d’acqua minacciati da sversamenti di rifiuti. Particolarmente importante poi l’attività di ricerca degli ordigni residuati bellici, presenti nelle aree del Paese sottoposte ad intensi bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale. «Anche il golfo partenopeo fu bersagliato da frequenti lanci di bombe nei primi anni Quaranta – conferma il capitano di fregata Giovanni Modugno, di Comsubin –. Lo dimostra il nostro più recente intervento per portare via il materiale esplosivo rinvenuto durante i lavori di dragaggio nel porto di Napoli. In dieci giorni di immersioni abbiamo rimosso circa duecento ordigni». Ma i bombardamenti indiscriminati lasciarono il segno su tutta la costa campana e lo testimoniano gli interventi effettuati nella zona di Miseno e Torre Gaveta, con oltre quattromila ordigni ritrovati, e quelli di Capaccio-Paestum, tutt’ora in corso.

Lo scoppio

«Spesso gli ordigni vengono scoperti da privati cittadini che avvertono la Guardia Costiera o le altre forze dell’ordine – spiega Modugno –. Qui interveniamo noi e studiamo la procedura di rimozione più sicura, tenendo conto dei possibili rischi per persone e infrastrutture, ma anche per la flora e la fauna marina. È importante rimuovere la carica o far brillare gli ordigni anche perché, talvolta, questi ultimi finiscono nelle mani di malintenzionati che prelevalo il tritolo per usi illegali». Il centro operativo del Comsubin è a La Spezia ma ci sono sedi ad Ancona, Taranto, Augusta, La Mddalena e Napoli. Questi moderni subacquei ci tengono a conservare il nome di palombari, che è una delle categorie più antiche della Marina, già attiva alla fine dell’Ottocento. All’epoca, con i loro ingombranti scafandri, avevano necessità di intervenire sulle carene danneggiate. Italia e Francia furono pioniere delle operazioni subacquee e gli studi dell’oceanografo Jacques-Yves Cousteau consentirono i più importanti progressi per scongiurare le malattie da decompressione, che colpivano i sommozzatori in risalita da acque profonde.

Il minisommergibile

«A bordo della Anteo – ricorda il capitano di corvetta Roberto Villani – c’è il minisommergibile SRV-300 (Submarine Rescue Vehicle) che è in grado di scendere fino a 300 metri di profondità per missioni esplorative o per il salvataggio di sommergibilisti che non sono in grado di riemergere, oltre ad una speciale camera iperbarica dove i sommozzatori possono passare lunghi periodi di decompressione, dopo le operazioni in alte profondità». Le scolaresche dei comuni di Monte di Procida, Pozzuoli e Procida, selezionate per le visite a bordo, potranno ammirare lo spartano abitacolo simile ad una capsula spaziale. E tra di loro spunterà sicuramente qualche aspirante capitano Nemo.

Foto-Fonte: https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/22_maggio_19/napoli-duecento-ordigni-inesplosi-trovati-fondali-golfo-e63bad00-d738-11ec-9456-06f92911e339.shtml

È importante ricordare che, in casi analoghi, è fondamentale evitare di avvicinarsi a congegni esplosivi per la loro potenziale pericolosità e informare immediatamente le Autorità Portuali

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Egregi Editori, il portale biografia di una bomba è orientato ad evidenziare i pericoli causati da residuati bellici, ma l’aspetto più importate consiste nel non avere fini di lucro ma solo quello di diffondere la consapevolezza del rischio dei residuati bellici. Chiediamo scusa se preleviamo le foto dei vostri articoli, ma ci servono per contestualizzare le modalità del rinvenimento. Citeremo sempre fonte e autore della foto. Sicuri di una vostra comprensione vi ringraziamo in anticipo.

 

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