Nei confronti del problema “ordigni inesplosi”, i media nazionali, regionali, locali, dovrebbero riprendere ad affrontare il tema seguendo una prospettiva ben precisa: il primo passo della notizia non è il brillamento, ma la modalità del rinvenimento. Residuato trovato da un bagnante, da un escavatorista, nel corso di una bonifica preventiva, etc, etc. In pratica i giornali dovrebbero rappresentare il punto di partenza di una campagna di sensibilizzazione sul pericolo ordigni inesplosi. Ma tutto questo non avviene più! Il 23 agosto in rete appare la notizia del brillamento di più ordigni inesplosi, ma che li ha trovati? I residuati come tutti sanno rappresentano un indecifrabile rischio che non risparmia nessuno. Non basta: questa mattina il comunicato del rinvenimento di tre bombe d’aereo. Si tre bombe d’aereo. Ovviamente la notizia stride se la confrontiamo con le normative di sicurezza che regolano l’argomento. Infatti chi trova la prima bomba deve bloccare i lavori e aspettare gli artificieri dell’Esercito i quali dovranno concordare con la Prefettura le successive operazioni. Tuttavia se le tre bombe d’aereo sono state trovate in tre distinti cantieri dovrei leggere tre articoli diversi. Secondo step, le notizie riguardanti i brillamenti. Il 22 agosto scopro il rinvenimento di una bomba a mano attraverso il gruppo Facebook “La bonifica bellica”. Il protagonista del rinvenimento ha subito allertato le Forze dell’Ordine, ma in rete non è apparsa nessuna informazione a riguardo. Concludendo, cari editori, cari giornalisti, dato che non credo che qualcuno vi silenzia, riprendete a scrivere le modalità dei rinvenimenti e continuerete ad aiutarci nelle nostre campagne rivolte al pericolo ordigni inesplosi.
Stima e simpatia Giovanni Lafirenze