La storia non esiste se non è raccontata”, si intitola così l’evento che si svolgerà il 23 maggio dalle 9:30 nell’Auditorium dell’ITET “E.Montale”, a Rutigliano. L’appuntamento rientra nella sezione Diritto Umanitario Internazionale del progetto UNESCO “Looking for man – cerco l’uomo”, a cui l’IISS Alpi-Montale ha aderito. Organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, all’incontro interverranno Sebastiano Nino Fezza, ex cinereporter della RAI, Giovanni Lafirenze, responsabile del Dipartimento Ordigni Bellici Inesplosi dell’ANVCG, e Letizia Carrera, sociologa e docente del Dipartimento Studi Umanistici all’Università di Bari. Il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia, la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin morirono sotto i colpi di mitra, sparati contro di loro da un gruppo di cittadini somali col chiaro intento di uccidere. A 24 anni di distanza dal duplice omicidio, tra le poche certezze c’è che un innocente, Omar Hashi Hassan, ha trascorso 17 anni in carcere. Il resto è un mistero, inclusi i nomi dei veri assassini, forse mai veramente cercati. Ilaria Alpi stava seguendo le tracce di un traffico di rifiuti tossici o radioattivi e di armi tra l’Italia e la Somalia. Per volontà dell’allora Presidente della Camera Laura Boldrini, il vincolo del Segreto di Stato è stato rimosso a migliaia di documenti solo di recente. Quello di Ilaria Alpi è un nome che tra i corridoi nelle sedi della televisione di Stato si pronuncia ancora oggi con rispetto e sofferenza. L’ex cinereporter della Rai Nino Fezza la incontrava sul campo, nei territori di guerra, da dove entrambi a modo loro testimoniavano storie che altrimenti non sarebbero mai finite nei libri. Partendo dalla misteriosa uccisione della giornalista, gli studenti potranno “vedere” le atrocità della guerra con gli occhi di chi le ha vissute e le porta ancora nel cuore, raccontandole in giro affinché resti viva la loro memoria. I ragazzi capiranno quali sono le pesanti eredità dei conflitti da chi, come il bonificatore Giovanni Lafirenze, ha dedicato la vita a rendere inoffensivi i residuati bellici inesplosi che a 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale portano avanti il proprio compito di morte e distruzione. Con Letizia Carrera gli allievi scopriranno quali sono le inevitabili conseguenze e trasformazioni sociali quando i popoli, o le nazioni, si fronteggiano con le armi e soprattutto quanto grande sia loro possibilità e responsabilità nel far sì che certe storie non si ripetano mai più.
Fonte: http://www.baritoday.it/eventi/la-storia-non-esiste-se-non-e-raccontata-associazione-nazionale-vittime-civili-e-unesco-23-maggio-2018.html
Foto: Biografia di Una Bomba