Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

I presunti ordigni bellici inesplosi

Categories: Bonifica perché,Editoriali

Ricordo un lavoro di bonifica bellica effettuato (nel 2000?) in una vasta area della ex Innocenti a Milano. Una bonifica difficile per via dei sottoservizi e delle enormi cisterne interrate. Durante le nostre operazioni il direttore dei lavori della committente ci chiese la cortesia di individuare la posizione di una particolare cisterna. Il mio capocantiere di quei tempi (Giuseppe Villa) mi chiede di procedere alla individuazione della vasca metallica. Dopo una trentina di minuti nonostante tombini, tubi e tanti altri impedimenti riesco a stabilire il perimetro della cisterna e delimitarlo con dei picchetti di legno. Villa è sbalordito, chiama l’ingegnere e spiega: “il mio tecnico presume che la cisterna è interrata nella posizione indicata dai picchetti. Villa aveva ragione. Le mie indicazioni si basavano su risposte strumentali, nessuno poteva essere certo delle indicazioni strumentali. Tuttavia dopo aver scavato abbiamo constatato che la strumentazione aveva perfettamente individuato la posizione della cisterna. Racconto questo episodio per ricordare quando è bene utilizzare l’aggettivo “presunto” nei contesti che ci riguardano: bonifiche belliche, residuati bellici etc. Infatti non si può utilizzare la parola presunto quando è rinvenuto un ordigno bellico perché scatta subito la segnalazione (come specificano i giornali, le nostre fonti) alle Forze dell’ordine e sul posto giungono immediatamente gli artificieri dell’Arma o della Polizia di Stato o della Capitaneria di Porto e questi stabiliscono subito se si tratta di residuato bellico o di un semplice pezzo di ferro. Nel caso di un residuato si procede con l’intervento dei gruppi EOD dell’Esercito Italiano o i Team SDAI della Marina Militare. Perciò titoli giornalistici come: Presunto ordigno bellico a Santa Margherita, Presunto ordigno bellico in mare etc, etc, offendono i tecnici intervenuti sul posto e non rendono giustizia agli stessi titolisti delle testate web. Difatti un titolo è la sintesi dell’articolo che leggiamo. E se nell’articolo il cronista scrive: “L’area è stata delimitata con del nastro dopo l’intervento di polizia e guardia costiera. Si attende l’intervento degli artificieri per le operazioni di bonifica”, sta a significare che Polizia e Capitaneria hanno verificato la presenza del residuato bellico, tant’è che il giornalista specifica che si attende l’arrivo degli artificieri.  In conclusione: pechè creare titoli discordanti con gli stessi articoli?

Giovanni Lafirenze

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