Esercito Italiano–Marina Militare
Comando Forze Operative Nord di Padova–Comando Forze Operative Sud di Napoli–Comando Truppe Alpine
«Nella mia carriera ho disinnescato oltre 2000 ordigni ma la paura mi accompagna sempre perché combatte la “routine” che è il peggior nemico per qualsiasi lavoro e soprattutto per il mio»: a parlare è il sergente maggiore Francesco Loiodice, artificiere di Salorno che recentemente è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana. In paese è percepito come un “eroe” o quasi e la sua forza – oltre al sangue freddo che caratterizza questo tipo di specialisti – è soprattutto la preparazione, sommata alla passione che è diventata un lavoro.
Quando è entrato nell’Esercito?
Mi sono arruolato nell’ottobre 1998 e dal 2002 presto servizio presso il 2° Reggimento Genio Guastatori Alpini di Trento (Comando Truppe Alpine Bolzano). Ho origini pugliesi, sono di Bitonto ma vivo a Salorno da 8 anni con moglie e due bambine.
Quando ha scelto di diventare artificiere?
Nel 2006 ho deciso di intraprendere questo percorso. È nata così una nuova passione e ho acquisito la consapevolezza di poter raggiungere piena sicurezza in me stesso, in modo tale da garantire anche la sicurezza degli altri. Negli anni, questo arduo compito mi ha portato a raggiungere degli obiettivi professionali e personali che mai mi sarei immaginato. Questo mio impegno è stato riconosciuto in più occasioni dai miei superiori, fino al conferimento lo scorso 4 novembre dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Che tipo di percorso di formazione ha fatto?
Il lungo percorso di specializzazione previsto per gli artificieri dell’Esercito mi ha portato negli anni al raggiungimento della qualifica di specialista “Bc/Iedd” (Batteriologico Chimico / Improvised Explosive Device Disposal), che abilita a neutralizzare ordigni esplosivi non solo regolamentari e conosciuti, ma anche quelli più insidiosi come quelli improvvisati e sconosciuti. L’impegnativo iter teorico – pratico si va a completare con l’esperienza maturata nelle numerose attività addestrative e operative in Italia e all’estero.
Quante bombe ha disinnescato?
Nel corso della mia carriera da artificiere credo di aver neutralizzato, tra bonifica occasionale del territorio in Italia e teatri operativi esteri, oltre 2000 ordigni di vario calibro.
Lavora solamente in regione?
L’Esercito è chiamato a operare a favore delle autorità prefettizie. L’Italia è suddivisa per aree geografiche di competenza e mi è capitato di espletare il servizio nel Nord Est e nelle province di Trento e Bolzano.
È abituato a lavorare in team con i colleghi dell’Esercito o da solo?
Essenzialmente il mio lavoro è in team ed è davvero importante in questo mestiere avere sempre qualcuno con cui confrontarsi per raggiungere l’unico obiettivo comune che è quello di risolvere il problema in sicurezza e senza arrecare danni a persone e cose. Oltre a lavorare in squadra con i colleghi dell’Esercito, il mio lavoro mi porta a confrontarmi e lavorare con artificieri di altre Forze Armate.
Qual è stato l’incarico più impegnativo da assolvere?
Nella mia carriera in più di un’occasione mi sono trovato a dover gestire situazioni particolari e impegnative. Al primo posto metterei il disinnesco di uno dei più grandi e potenti ordigni mai ritrovati in Italia. Parlo di una bomba d’aereo da 4000 libbre (circa 2000 kg) ritrovata presso l’ex aeroporto di Vicenza nel 2014. Le fasi preparatorie hanno richiesto un’attenta pianificazione dell’operazione “Old Lady” ed è stata necessaria un’attenta valutazione dei rischi. C’era la consapevolezza di fronteggiare una nuova sfida dalle elevatissime difficoltà. Da Alpino, sono particolarmente orgoglioso di aver percorso i sentieri in “alta montagna” nei ghiacciai dell’Adamello, luoghi di particolare bellezza che durante la Prima guerra mondiale sono stati teatro di violentissimi scontri e dai quali nell’estate del 2022 abbiamo rimosso oltre 900 ordigni di medio e grosso calibro, al fine di permettere a tutti di poter godere in sicurezza di questi luoghi davvero unici al mondo.
Consiglierebbe questo lavoro a un ragazzo che sta valutando di entrate nell’Esercito?
Assolutamente si. È un lavoro particolare ed è anche una continua sfida alla ricerca della sicurezza più assoluta e della conoscenza di nuovi ordigni e di nuove tecniche per poter condurre le attività di disinnesco. L’obiettivo è sempre quello di essere un buon artificiere dell’Esercito che con il suo operato non arreca danni a persone e a cose e che alla fine è orgoglioso di eliminare la minaccia dettata dalla presenza di ordigni esplosivi. Tutto ciò richiede un aggiornamento continuo, com’è continua è la voglia di studiare e scoprire nuove soluzioni per nuove minacce.
Ha mai paura che qualcosa possa andare storto?
La paura mi accompagna sempre. È fondamentale perché evita che tu possa sbagliare, ha il compito di tenerti attivo e proteggerti di fronte a un pericolo o a una minaccia. Ti segue sempre e non ti molla mai. Faccio il paragone con un chirurgo che ovviamente non può sbagliare. Per entrambi errare non è concesso.
Foto-Fonte: https://www.altoadige.it/cronaca/bassa-atesina/ho-disinnescato-2000-bombe-la-paura-mi-accompagna-sempre-1.3372494
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