Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Cesena, ordigno neutralizzato, una mattina di lavoro

Categories: Bonifica perché

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Forlì-Cesena

Sono iniziate presto questa mattina, sabato 20 gennaio, le operazioni necessarie al disinnesco dell’ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale e rinvenuto, nell’ambito dei lavori preliminari riguardanti la creazione delle casse di espansione sul torrente Cesuola, in una proprietà privata in prossimità di via Sorrivoli. Di prima mattina la Polizia è passata casa per casa in circa 80 civici (130 famiglie, circa 300 persone)  di Ponte Abbadesse vicini all’area del ritrovamento, e quindi a rischio sicurezza (nel raggio di 352 metri), per verificare che non ci fosse più nessun cittadino all’interno delle abitazioni coinvolte dall’evacuazione. Intanto i militari dell’Esercito alle 8.15 erano pronti per il disinnesco effettuato in apposita area, in via Sorrivoli. Qui è stata creata una struttura di contenimento di una eventuale esplosione accidentale, che non c’è stata. La realizzazione della struttura ha permesso di ridurre l’area di evacuazione, che doveva essere di 1.282 metri di raggio. Al suo interno è stata riposta la bomba per consentire agli artificieri di effettuare la rimozione delle due spolette che erano installate sull’ordigno e dovevano attivare l’esplosione. Ad effettuare tecnicamente l’intervento sono stati i genieri del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore di Bologna (Comando Forze Operative Nord di Padova), attivo nella provincia di Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, nelle Regione Marche e Umbria e nella provincia di Firenze.  Sul posto, prima che gli artificieri procedessero alla rimozione, erano presenti il sindaco Enzo Lattuca, il vicesindaco Christian Castorri e le forze di Polizia e Polizia locale, oltre alla stampa. Tutti sono stati allontanati nel momento delle operazioni. Nel frattempo, nella sede della Protezione Civile a Torre del Moro, in via Ferruccio Parri, era attivo il Coc. Lì era stabilito il quartier generale delle operazioni dirette e coordinate dalla Prefettura di Forlì-Cesena e dal Comando Forze Operative Nord dell’Esercito di Padova. Presente in via Parri il prefetto  Rinaldo Argentieri, che ha seguito passo passo tutte le fasi della neutralizzazione del residuato bellico, una procedura ordinaria che non ha comportato rischi per la popolazione. Presenti nella mattinata anche Cristina Ceccarelli della Protezione civile e il dirigente del Comune di Cesena Andrea Montanari. La bomba era stata costruita per esplodere con l’impatto a terra ma c’erano anche ordigni programmati per esplodere dopo una settimana dalla caduta e colpire così anche eventuali soccorritori. Ordigni pensati per fare molto male, hanno spiegato gli artificieri.  A illustrare le procedure svolte è stato il capitano Florindo Colecchia, ufficiale Eod e responsabile delle attività di bonifica. “Si tratta – ha detto il capitano Colecchia – di una bomba d’aereo di fabbricazione inglese, del peso di 227 kg, rinvenuta in pessime condizioni ma perfettamente attiva. Sono presenti infatti entrambi i congegni di attivazione”. Dopo il disinnesco è stato effettuato il trasporto in zona cava di San Carlo, per far brillare la bomba in zona sicura, all’interno di buca appositamente scavata per effettuare l’operazione. Mediamente, ha spiegato il capitano Colecchia, il reggimento genio ferrovieri Castel Maggiore effettua quattro o cinque interventi all’anno come quello di oggi. Nell’ultimo decennio sul territorio nazionale sono stati rinvenuti 10 mila bombe di questo tipo. Attività ‘ordinarie” che riguardano granate o strumenti di minore dimensione vengono svolte tutti i giorni dal reggimento che ha due team attivi stabilmente sul territorio di competenza, per queste attività di bonifica. Solo nel 2023 hanno rimosso 953 ordigni ed effettuato 353 interventi.  Queste bombe inesplose, spiegano ancora i militari, sono la minor parte. Gli ordigni purtroppo funzionavano ed esplodevano, anche se negli ultimi anni di guerra, quindi tra il 44 e il 45, quando le risorse erano scarse, poteva capitare che non venissero dotati di tutti i componenti e quindi non esplodessero o che venissero sganciate a bassa quota per procedere in fretta alla cacciata dei tedeschi, e quindi non si completasse l’iter di attivazione dell’esplosione. L’ordigno era stato rinvenuto l’8 novembre scorso.

Foto-Fonte: https://www.corrierecesenate.it/Cesena/Ordigno-neutralizzato-una-mattina-di-lavoro

EDUCAZIONE AL RISCHIO

E’ bene ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti che per forme e dimensione possano richiamare un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento, così da consentire l’intervento dei militari dell’Esercito al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza del nostro territorio.

È importante ricordare che, in casi analoghi, è fondamentale evitare di avvicinarsi a congegni esplosivi per la loro potenziale pericolosità e informare immediatamente le Forze di Polizia

Valle d’AostaPiemonteLiguriaLombardiaTrentino-Alto AdigeVeneto,

Friuli-Venezia GiuliaEmiliaRomagnaToscanaUmbriaMarcheLazioAbruzzo,

MoliseCampaniaPugliaBasilicataCalabriaSiciliaSardegna

Egregi Editori, il portale biografia di una bomba è orientato ad evidenziare i pericoli causati da residuati bellici, ma l’aspetto più importate consiste nel non avere fini di lucro ma solo quello di diffondere la consapevolezza del rischio dei residuati bellici. Chiediamo scusa se preleviamo le foto dei vostri articoli, ma ci servono per contestualizzare le modalità del rinvenimento. Citeremo sempre fonte e autore della foto. Sicuri di una vostra comprensione vi ringraziamo in anticipo

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