Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Quel mare di bombe dimenticate

Categories: Bonifica perché

di Michele Oggiano

Il mare restituisce un’altra bomba e per sola fortuna non si è verificata una tragedia.  Dai fondali di Cala Sala (meglio nota tra i polignanesi come “portalga”) mrtedì mattina è venuto fuori l’ennesimo ordigno bellico di qualche guerra dimenticata. Armi “speciali” di genere proibito, quali sono appunto le bombe al fosforo bianco. I documenti storici dell’US Army sepolti dal segreto militare anglo-americano imposto da Eisenhower e Churchill raccontano di quelle bombe, caricate con aggressivi chimici proibiti dalla Convenzione di Ginevra del 1925, che il generale statunitense Eisenhower giustificò nel 1949 sostenendo che erano state stivate «nell’incertezza delle intenzioni tedesche sull’uso di quest’arma». Il mare periodicamente ci restituisce questi “regali” che gli uomini hanno affidato alle sue profondità per scaricarsi la coscienza e le responsabilità. E come avviene spesso in questi casi a rischiare di pagarne le conseguenze sono donne, bambini e ragazzi. Ossia la popolazione balneare che troviamo abitualmente sui nostri lidi. E proprio una donna (altra versione, non corretta, parla di un gruppo di ragazzi), esplorando il fondale della baia che, grazie al gioco delle correnti ed agli “avanzi” che cadono dalle barche da pesca, offre sempre qualche novità, si è imbattuta in uno strano oggetto a forma di bottiglia che ne ha subito attirato l’attenzione. Quante volte in occasione del ritrovamento di bombe e ordigni vari al termine del servizio giornalistico appare un Vigile del Fuoco, un artificiere o un funzionario della Prefettura che ammonisce di “non toccare oggetti sconosciuti” trovati in mare o sulla spiaggia? Questa raccomandazione, purtroppo, è puntualmente disattesa. Com’è avvenuto anche in questo caso. Infatti l’oggetto misterioso è stato portato a riva e, anziché ingenerare diffidenza, ha innescato la curiosità dei bagnanti. L’oggetto, chissà come, si è rotto. Non è stato specificato come ma, se abbiamo ben capito, poteva essere una strage e Polignano si sarebbe guadagnato le aperture dei maggiori notiziari e quotidiani (almeno) europei. Fatto sta che a contatto con l’aria il micidiale fosforo bianco ha iniziato a incendiarsi. Dapprima e venuto fuori dall’oggetto un sottile filo di fumo. Più l’oggetto rimaneva fuori dell’acqua e più il fumo aumentava.  Fortunatamente qualcuno ha capito che stava per succedere qualcosa di grave e ha pensato bene di chiamare carabinieri e vigili del fuoco.  Mai decisione fu più saggia. Infatti i VV.F. si sono resi immediatamente conto di trovarsi davanti ad un pericolosissimo residuato bellico ancora attivo e quindi in rado di esplodere e fare delle vittime Immediatamente i pompieri, come affettuosamente vengono chiamati in genere dalla popolazione, hanno isolato l’area e di concerto con i militari della locale Stazione hanno interdetto l’area alla popolazione civile. Fortuna ha voluto che il Comando Provinciale dell’Arma ha potuto inviare sul posto i propri artificieri per cui si è agito velocemente e in maniera molto efficace per scongiurare ulteriori pericoli ai bagnanti. Molti dei quali, nonostante gli avvertimenti di VV.F. e CC, continuavano a tuffarsi e nuotare, dirigendosi proprio verso la zona del molo di Cala Sala in cui era stato lasciato l’ordigno. Così mentre le forze dell’ordine mettevano a rischio la propria vita per salvare i bagnanti dal pericolo di un’esplosione, alcune persone dimostravano di avere assoluta incoscienza del pericolo appeso sulle loro teste e scarso rispetto del sacrificio di pompieri e carabinieri. Gli esperti carabinieri dopo aver isolato l’area hanno messo in sicurezza l’ordigno chiudendolo in una”cassa” anti-esplosione blindata. Quindi, con ogni cautela possibile e immaginabile, lo hanno trasportato presso la CavaAndresini dove, finalmente, è stato fatto brillare dopo ben 74 anni dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale.

Fonte: Fax (Polignano)

Foto: Archivio

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