Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Le schegge degli ordigni bellici. Testimonianza attuale sulle facciate dei palazzi messinesi

Categories: Bonifica perché

di Sergio Cavacece

Il 10 giugno 1940 il Capo del Governo Benito Mussolini dal balcone di
palazzo Venezia ed alla presenza di cittadini, militari ed appartenenti al
partito, comunicava l’ingresso in guerra dell’Italia tramite dichiarazione
inviata ai Governi di Francia ed Inghilterra. Sarà l’inizio della fine per il
Duce ed il suo regime, non prima di aver condotto alla catastrofe un’intera
Nazione. La RAF non resterà a guardare , iniziando blandi e timidi tentativi di
incursione e ricognizione su Messina già dal luglio 1940, aumentando
progressivamente gli attacchi in massima parte notturni, a partire dal 9-10
gennaio 1941 sino al 26 gennaio 1943, allorquando ad affiancare le operazioni
di bombardamento subentrò l’USAAF. A causa della sconfitta delle truppe
dell’Asse in A.S., gli alleati faranno decollare i loro aerei dalle vicine basi
della Tunisia e successivamente anche dalle basi siciliane. Saranno questi
primi otto mesi del 1943 i più duri e terrificanti per la città ed i suoi
abitanti, i quali saranno costretti a bivaccare nei pressi dei ricoveri AA ed i
più fortunati sfolleranno nei villaggi e paesi limitrofi. Solamente la mattina
del 17 agosto del 1943 tutto questo finirà e con esso l’incubo dei messinesi, a
porre fine a tanta sofferenza saranno i fanti della 3^ Divisione americana i
quali faranno ingresso in una città distrutta ed abbandonata .
Ancora oggi ed a distanza di 70 anni dalla fine di quei tragici fatti, sono
indelebilmente presenti su case, cancelli, inferriate e serrande i segni
tangibili lasciati dalle schegge delle bombe “liberatrici”. Buchi di varie
dimensioni, dai pochi centimetri ai più larghi fino a raggiungere in taluni casi
i 20/30 centimetri, profondi a tal punto da piegare i ferri portanti dei
pilastri che come sappiamo raggiungono anche i 20 millimetri di spessore.
Attratto da tutto questo, ho pensato bene di fotografare e documentare tutto
quanto è ancora oggi è visibile. Ben consapevole di svolgere una attività
assolutamente inedita dal dopoguerra sino ad oggi, essendo il primo che con
passione e studio si è dedicato a tale tema, ho ritenuto opportuno proseguire
nella ricerca, nella speranza che i soliti furbi non facciano propri i meriti
altrui come di solito accade in questa città.

                                                                    Foto Zancleweb

 Fonte:

http://zancleweb.wordpress.com/2013/04/17/le-schegge-degli-ordigni-bellici-testimonianza-attuale-sulle-facciate-dei-palazzi-messinesi/

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