Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Il sorriso di Irina….

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Irina Barakiat, è una donna russa, trasferitasi in Siria da 13 anni per raggiungere il suo giovane sposo. Affittano una casa ad Aleppo, non grande, ma dignitosa e colorata, luogo in cui tra l’altro nascono i tre figli della coppia. Irina, ricorda i giorni felici del passato, le passeggiate tra i vicoli della città, le visite a monumenti e Musei, le interminabili serate in compagnia di curdi, armeni, arabi. Oggi convive con la guerra del momento, in attesa che la Pace possa riabbracciare la propria famiglia e riappacificare il popolo diviso da più ideologie. Il 4 agosto Irina e famiglia decidono di far visita a dei parenti dello sposo. Non è semplice in un città devastata, bruciata, demolita pezzo per pezzo, ma con grande difficoltà, riescono a raggiungere l’abitazione dei famigliari del marito. Irina porta con se anche delle vivande, misere, ma necessarie. Irina è salutata, festeggiata, i bambini iniziano a giocare con i cuginetti, sembra un girono di festa in un posto quotidianamente violentato da terrore, bombardamenti ed inganni. In casa degli ospiti di Irina Il tempo trascorre tra gli artigli dell’angoscia, fuori di casa, è in corso un improvviso attacco Jihadista. I presenti in non proferiscono più parole, i bambini non giocano più, si stringono, nei loro occhi solo agghiacciante terrore. Ad un tratto il freddo rumore di vetri in frantumi, Irina vede penetrare dalla finestra un contenitore con all’interno una piccola bombola a gas liquido. Irina comprende tutto, quelle maledette bombolette sono delle bombe. È un attimo, forse meno, Irina si lancia verso i tre figli con il suo corpo li copre, la bomba esplode, Irina è colpita da più schegge che le strappano via una gamba e la mano destra, Irina non urla, sorride, con ciò che resta del suo corpo continua a proteggere figli e una nipotina. Irina non vede più, l’area è irrespirabile, mentre è trasportata presso l’ospedale di Aleppo, continua a sorridere, non ha più una gamba, la mano destra è dilaniata, ma ha salvato i suoi piccoli.

Giovanni Lafirenze

Uniche due fonti web di questa storia: actualidad.rt.com- fr.sputniknews.com

 

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