Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

E se la bomba dovesse scivolare dalla scarpata?

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Un cantiere di bonifica bellica deve essere eseguito rispettando le indicazioni del Capitolato e delle prescrizioni rilasciate dai Reparti Infrastrutture. E questo gli addetti ai lavori lo sanno benissimo. Se per ipotesi, un sito presentasse delle difficoltà non considerate dal progetto occorre allertare committente e Reparto Infrastrutture competente per territorio. Un terreno se pulito è possibile portare a buon fine sia la bonifica di superficie, quanto la profonda (tre metri?). E queste fasi vanno portate a termine con professionalità e coscienza. Se dovessimo lavorare in un campo inquinato da materiale ferroso si chiede al R.I. di procedere con la bonifica a strati successivi. In modo da operare con la massima sicurezza e attenzione. Un lavoro parzialmente eseguito, perché la committente non vuole prolungare i tempi del cantiere, non giova a nessuno, committente compresa. Infatti potrebbe capitare che un residuato bellico interrato a una profondità superiore della garanzia data potrebbe essere smosso da un escavatorista appartenente a un’impresa edile o della stessa committente. Già di per sé una bomba smossa rappresenta un pericolo per tutti i lavoranti del cantiere, per i residenti e per i team dei Reparti Genio che devono intervenire e lavorare il residuato bellico smosso. Faccio un piccolo esempio in grado di chiarire queste righe: L’escavatorista della ditta che interviene dopo la bonifica mentre scava, supera la soglia della garanzia BCM ricevuta e smuove una granata di grande calibro e questa rotola da una scarpata, magari di quattro metri. In questo caso la committente non avendo approvato la modifica delle prescrizioni ha di fatto messo in pericolo tutti gli attori prima citati. Ma anche l’impresa BCM si deve prendere le sue responsabilità in quanto dopo il rifiuto della committente a procedere con una bonifica a strati successivi avrebbe dovuto informare il Reparto Infrastrutture e in attesa di risposte chiare fermare i lavori. Garantire mezzo metro o un metro non serve a nulla se sappiamo che la committente deve scavare fino a 3 metri. Per fortuna questo scenario è solo un esempio, ma potrebbero accadere altre situazioni ugualmente allarmanti. Mai dimenticare la bomba di Fano.

Giovanni Lafirenze

Foto: Biografia di una Bomba

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