Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

News

Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Bomba a mano in cantina. Gli artificieri alla Cassina Ferrara

Categories: Bonifica perché

SARONNO – Una bomba a mano con la sicura ma ancora potenzialmente
esplosiva è stata ritrovata ieri pomeriggio in una cantina di via San
Dalmazio: l’ordigno è stato recuperato dagli artificieri che l’hanno
fatta subito brillare in una cava a Uboldo. L’allarme è scattato intorno alle 15 quando un saronnese stava
riordinando alcune scatole appartenute al padre e rimaste per anni in
cantina. Tra vecchi giornali e vestiti ad un tratto ha intravisto una
vera e propria bomba a mano. Preoccupato e intendo che se pur munito di
sicura il residuato potesse essere pericoloso l’uomo ha subito
contattato i carabinieri. I militari hanno accertato di trovarsi davanti ad una bomba a mano
risalente al periodo della seconda guerra mondiale, un oggetto
potenzialmente ancora pericoloso (aveva però la “sicura”) dimenticato
per oltre sessant’anni in cantina. All’interno c’era dell’esplosivo e
dunque le cautele usate dai carabinieri si sono rivelate assolutamente
appropriate per evitare di correre pericoli, loro ed i residenti nello
stabile. Arrivati sul posto con un fuoristrada dell’Arma gli artificieri hanno
“impacchettato” e messo in sicurezza la bomba in modo da poterla
trasferire nella cava ad Uboldo dove è stata fatta brillare. L’ultimo residuato bellico trovato in città è stato notato da un
esperto di botanica impegnato in un censimento delle piante nel Lura a
pochi metri dal cimitero cittadino, anche in quel caso a recuperare e far brillare l’ordigno era stato un team di artificieri.
Fonte:
 http://ilsaronno.it/?p=15482

CondividiShare on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn

Lascia un commento