Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Addio a Franco Leoni Lautizi

Categories: Editoriali

Si è spento improvvisamente la notte scorsa Franco Leoni Lautizi, sopravvissuto alla strage di Monte Sole, il più feroce eccidio di civili in Italia ad opera delle SS comandate dall’ufficiale tedesco W. Reder, che dal 29 settembre al 5 ottobre 1944 massacrarono per rappresaglia 775 civili innocenti, dei quali 216 erano bambini. Comunicano la notizia con immenso dolore il Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Cav. di Gran Croce Avv. Giuseppe Castronovo, il Consiglio Nazionale e la Sezione Provinciale di Rimini, di cui Franco Leoni Lautizi era dirigente. All’età di sei anni riuscì, grazie al sacrificio di sua madre Martina Sassi, a salvarsi dalla strage di Monte Sole. Quel 29 settembre, mentre con la nonna e la madre incinta, in procinto di partorire, cercavano di trovare riparo dalle truppe naziste, furono colpiti da una scarica di mitra. La nonna morì sul colpo e la madre, ferita al ventre, lo protesse col suo corpo morendo poco dopo. Franco fu ferito da tre pallottole ma sopravvisse miracolosamente. In memoria del sacrificio della mamma per salvarlo ha scritto la poesia “Mia Madre” affissa dal Comune di Marzabotto all’inizio del sentiero di Cà Dorino, che porta al rifugio di Monte Sole. La sua storia è narrata nel film “L’uomo che verrà” (Italia 2009) ed alla sua vicenda è dedicato anche il cd “La vita in un cammino” prodotto dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e registrato presso il SERMIG-Arsenale della Pace, dove era stato ospite alla sesta giornata mondiale dei giovani della pace nel 2018. Testimone dell’eccidio e ambasciatore di pace del Comune di Marzabotto (encomio consegnatoli nel dicembre 2019), Franco Leoni Lautizi ha saputo trasferire in questi anni alle nuove generazioni e alla società civile la memoria delle stragi della seconda guerra mondiale con estrema sensibilità e pietà umana, esortando coloro che hanno avuto il privilegio di ascoltarlo a provare empatia e solidarietà, riconoscendosi come parte della comunità umana senza distinzioni di sorta. Per coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo ed essergli amico, è stato esempio di vita, di fratellanza, di solidarietà. Ha sempre indicato la via della non violenza, del perdono e della speranza. Instancabile il suo impegno profuso nelle aule scolastiche insieme all’Associazione Nazionale vittime Civili di Guerra per testimoniare il valore universale della pace e l’orrore della guerra anche in questo periodo di emergenza sanitaria e di didattica a distanza. Solo in quest’anno scolastico aveva incontrato più di diecimila studenti. “Questo il grande contributo di Franco Leoni Lautizi e di tutte le vittime civili di guerra – ricorda il Presidente Nazionale Avv. Giuseppe Castronovo – perchè la resilienza di persone che hanno saputo superare i tanti drammatici momenti della seconda guerra mondiale sia motivo di speranza in giorni migliori, soprattutto per i più giovani, che sono il nostro futuro”. “Tutta la grande famiglia dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra abbraccia la famiglia di Franco Leoni Lautizi per la grave perdita”- aggiunge Marialuisa Cenci, Presidente Provinciale della Sezione di Rimini e cara amica di Franco.

Foto: lagone.it

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