Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

14 febbraio 1944: cronaca del primo tragico bombardamento aereo di Brescia durante la seconda guerra mondiale

Categories: Editoriali

Francesca Scotti

Ci sono libri che uniscono il valore della ricerca e della divulgazione storica alla forza di un tributo affettivo. Libri che sono concepiti e realizzati onorando il ricordo di persone care a un singolo individuo, ma che, partendo da un simile presupposto privato, si propongono come documenti a beneficio del sapere e della memoria collettiva. È il caso di “14 febbraio 1944. Il primo bombardamento aereo di Brescia”, un testo a cura del bresciano Valentino Rossetti, pubblicato nel 2022 da Youcanprint (acquista qui). Ordinando e rielaborando la documentazione già esistente, Rossetti, grande appassionato di storia militare, ha concentrato in un unico volume di 160 pagine la cronaca dettagliata della prima incursione aerea operata sulla città di Brescia dalle forze alleate nel corso della seconda guerra mondiale. Proprio quel tragico san Valentino di sangue, che ha aperto la strada ad altri dieci bombardamenti successivi, è stato il giorno in cui la madre di Rossetti, cui il libro è dedicato. ha perso suo padre Giacomo Boglioni, dilaniato a trent’anni da una bomba in via Sostegno. Il curatore riporta con chiarezza e scrupolosità il materiale che illustra le dinamiche del bombardamento e le sue conseguenze per la popolazione civile, senza tralasciare di fornire numerose informazioni aggiuntive circa la resistenza bresciana e diversi fatti accaduti a ridosso dell’incursione. Impreziosiscono il volume ben 55 fotografie, oltre che 42 riproduzioni di documenti archivistici e 8 elaborazioni grafiche, a comporre un testo ricco ed esaustivo, focalizzato su un’unica giornata, tragica e indimenticabile, del Novecento bresciano.

Un san Valentino di sangue per la città di Brescia

Quello che ha colpito Brescia il 14 febbraio del 1944, alla vigilia della festa dei santi patroni Faustino e Giovita, è stato il primo degli undici raid aerei alleati compiuti sulla città nel corso della seconda guerra mondiale. Il resoconto curato da Rossetti è rigoroso e coinvolgente, infarcito di dettagli e poggiato su un’ampia bibliografia. Al contempo, nonostante si sia di fronte a un saggio e non a un’opera di narrativa, ogni pagina del libro è capace di trasmettere il terrore e le urla di una popolazione inerme, i tremendi boati delle esplosioni e il silenzio che ne è seguito, il lutto e lo spaesamento dei sopravvissuti. Le bombe sganciate hanno portato morte e distruzione lungo l’asse della ferrovia, nella zona di via Sostegno, via Solferino e via Corsica, decretando il triste bilancio di ventisei morti e di innumerevoli feriti. Undici delle ventisei vittime sono morte sul colpo, mentre le restanti dopo un’agonia di alcuni giorni. A confronto con i bombardamenti del 13 luglio dello stesso anno – nel quale è stata colpita e incendiata addirittura la cupola del duomo nuovo – e del 2 marzo del 1945, più imponenti e disastrosi specialmente per il centro storico, questa prima incursione è più volte ingiustamente passata in secondo piano. Il libro di Rossetti le restituisce al contrario la meritata dignità storica, facendo risaltare il suo esser stata la prima delle enormi, indelebili ferite aperte nel tessuto sociale e urbano di Brescia dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Oltre a riordinare e a riesporre tutte le informazioni reperibili sul primo bombardamento aereo di Brescia, Rossetti arricchisce il libro di fotografie, testimonianze e documenti riguardanti fatti storici che hanno avuto luogo nella città nei giorni successivi all’incursione e in buona parte riferiti alla guerra di liberazione, come ad esempio la fucilazione a opera dei fascisti dei resistenti Giacomo Perlasca e Mario Bettinzoli del 24 febbraio del ’44. La singola giornata del 14 febbraio del ’44 risulta così appieno inserita nel contesto della storia locale e del nodo di stravolgimenti dipanatisi tra la città e la sua provincia nella drammatica cornice della guerra. Con il suo libro, Rossetti si afferma come un ricercatore di storia e di storie che, oltre a maneggiare con cura e rispetto la materia trattata, sa proporre ai lettori una prospettiva storico-sociale ampia ed esauriente, anche quando si concentra su uno specifico accadimento.

Dal Medioevo al febbraio del ’44: il lungo filo rosso che lega Brescia a Cassino

“14 febbraio 1944” non è il solo frutto della passione viscerale di Rossetti per la storia. Diversi anni fa, difatti, il bresciano ha dato vita, insieme a un amico torinese, a un sito web ormai conosciuto a livello internazionale e focalizzato sulla storia della campagna d’Italia nella seconda guerra mondiale: www.dalvolturnoacassino.it. Proprio Cassino, teatro di drammatici eventi durante l’ultima guerra, è uno dei nuclei nevralgici della ricerca storica di Rossetti. La cosa più sorprendente, però, è che questo luogo emblematico presenta importanti legami con Brescia risalenti al Medioevo e i cui sbocchi più recenti, scoperti proprio grazie a Rossetti, hanno avuto luogo tra il 14 e il 15 febbraio del ’44. Tutto è iniziato nell’VIII secolo, quando l’abate bresciano Petronace, a cui si deve la ricostruzione dell’abbazia di Montecassino dopo le distruzioni longobarde, ha portato in dono al monastero il braccio di san Faustino, tuttora ivi conservato. Un dono che i benedettini hanno ricambiato offrendo al monastero di Leno il braccio sinistro di san Benedetto, reliquia oggi custodita nel duomo nuovo di Brescia. Tale legame si è rafforzato il 15 febbraio del ’44, con il bombardamento di Cassino da parte delle forze aeree alleate. L’incursione è stata compiuta dai bombardieri B-17 del gruppo di bombardamento numero 301, gli stessi che, il giorno appena precedente, si sono accaniti su Brescia. La Leonessa d’Italia e Cassino sono quindi stati colpiti dallo stesso raggruppamento aereo, decollato da Lucera in Puglia, in due giornate consecutive. A partire da questa scoperta, Rossetti ha portato avanti le sue ricerche con sempre maggior dedizione ed è persino riuscito a strappare all’oblio i nomi di tre giovani soldati bresciani sepolti nei cimiteri della zona intorno a Cassino, Giovanni Antonioli d’Inzino, Mario Falubba di Gargnano, alpino del battaglione Piemonte e medaglia d’argento, e Luigi Togni.

Foto-Fonte:https://www.bresciasilegge.it/14-febbraio-1944-il-primo-bombardamento-aereo-di-brescia/?fbclid=IwAR1_DzHbm_IC4VVhBtdlZEtEao9U3Ea-DTziTwV049Lq0g898PoT5ZPSoGs

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