Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Ucraina: cosa è successo nella decima giornata di guerra

Categories: Editoriali

06/03/2022 Ucraina (Україна)

“If you ever come across anything suspicious like this item, please do not pick it up, contact your local law enforcement agency for assistance”

Ventiquattro ore in bilico fra dramma e qualche piccolo spiraglio di speranza. Si chiude la decima giornata di guerra, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con segnali contrastanti. Da una parte il fallimento del cessate il fuoco per la realizzazione di corridoi umanitari che consentissero ai civili di lasciare le città sotto attacco, con la ripresa dell’offensiva a suon di bombe fra Mariupol, Kharkiv, Volnovakha, Borodyanka e altre città. Dall’altra il tentativo faticoso di riannodare i fili della diplomazia, con le offerte turche di un colloquio ad Antalya, la missione “a sorpresa” del primo ministro israeliano Naftali Bennett a Mosca e l’annuncio della ripresa dei negoziati fra Russia e Ucraina lunedì 7. Su tutto, a pesare come un macigno, le nuove dichiarazioni di Vladimir Putin, fra minaccia ed esibizione di muscoli. “Le sanzioni – ha detto lo Zar – sono una dichiarazione di guerra”. Poi ha chiesto ai suoi funzionari di stilare una lista dei Paesi che hanno aderito alla campagna punitiva nei confronti dell’economia russa.

Saltano i corridoi umanitari

I corridoi umanitari in Ucraina, almeno per il momento, sono saltati. Lasciando intrappolate centinaia di migliaia di civili nelle città del sud assediate dai russi, a partire da Mariupol. Sul fallimento della tregua c’è stato il prevedibile rimpallo di responsabilità fra Kiev e Mosca, ma l’unico dato certo è che le forze armate di Vladimir Putin hanno ripreso l’offensiva in grande stile. Solo un spiraglio si è aperto: la convocazione del terzo round di negoziati per lunedì. La decima giornata di guerra si è aperta con l’annuncio della tregua da parte del ministero della Difesa russo, per fare uscire 200mila civili da Mariupol e 15mila da Volnovakha. In poco tempo, però, le speranze di un’evacuazione significativa sono state gelate. Le autorità locali della città portuale nel sud-est hanno annunciato un rinvio delle operazioni per motivi di sicurezza perché i russi hanno “continuato a bombardare”. Tanto che i residenti in attesa di sfollare sono stati invitati a rientrare nei rifugi. La stessa situazione di caos è stata registrata nella cittadina di Volnovakha, a metà strada tra Mariupol e Donetsk. Dove le autorità hanno spiegato che solo 400 persone sono riuscite a fuggire a causa dei raid. La speranza è che domani possa essere il giorno buono per evacuare donne, bambini e anziani, ha spiegato il governo di Kiev, che sta preparando evacuazioni anche dalla capitale, Sumy, Kharkiv e Kherson. I russi, da parte loro, hanno respinto le accuse di aver sabotato i corridoi. Il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha affermato che “non si è presentato nessuno”, mentre un portavoce del ministero della Difesa ha spiegato che “la popolazione di queste città è tenuta in ostaggio da formazioni nazionaliste come scudi umani”.

La ripresa dell’offensiva

L’offensiva ha allargato il suo raggio d’azione, colpendo altri centri nei dintorni di Kiev, da Bila Tserkva a Bucha. E all’indomani della conquista della centrale di Zaporizhzhia, i russi hanno puntato anche il secondo impianto nucleare del Paese. L’avanzata in tutto il Paese, comunque, non ha registrato significativi progressi. Al contrario nel sud gli ucraini hanno annunciato di aver ripreso il controllo della città portuale di Mykolayv.  A Kiev le truppe russe vanno avanti con una campagna di raid lungo la periferia della capitale (anche una troupe di Sky News britannica è stata bersagliata di colpi durante un servizio), ma sono ancora lontane dal centro. In questa fase, le speranze in un effettivo cessate il fuoco, almeno temporaneo, sono affidate ai negoziati Mosca-Kiev che, nonostante tutto, non si sono ancora arenati. E dopo i primi due round di colloqui a distanza di pochi giorni, le due parti hanno concordato di rivedersi lunedì prossimo.

La “missione” del premier israeliano

Torna a battere un colpo la diplomazia internazionale. Il premier israeliano Naftali Bennett è volato a sorpresa a Mosca per parlare con Putin, dopo il nuovo affondo dello zar sulle sanzioni occidentali, equiparate a una “dichiarazione di guerra”.  Bennett ha condiviso l’esito del faccia a faccia telefonicamente con Emmanuel Macron e, faccia a faccia, con Olaf Scholz a Berlino. Da Mosca il primo ministro di Tel Aviv ha anche sentito Volodymr Zelensky.

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Fonte: ilgiorno.it

Foto: ilmessaggero.it

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