di Antonio Boemo
GRADO. Tra i resti subacquei delle chiese di San Gottardo e Sant’Agata, al largo di Grado, a circa 900 metri dalla diga e a sei di profondità, i volontari della Protezione civile hanno individuato una mina. Il ritrovamento risale ad alcuni giorni fa ma solo ieri si è avuto conferma. I volontari l’hanno individuata durante una delle escursioni subacquee organizzate per accompagnare gli appassionati a visitare i resti che fanno parte del percorso TurSub.
Giuliano Felluga, il coordinatore dei volontari gradesi, ha così avuto modo di vedere da vicino il grande ordigno ricoperto da molte incrostazioni, mentre altri volontari hanno filmato il ritrovamento. Attraverso l’Ufficio circondariale marittimo di Grado comandato dal tenente di vascello Elisabetta Bolognini, è stato informato il Nucleo Sdai (Servizio difesa anti mezzi insidiosi) di Ancona, i cui responsabili dopo aver visionato il video hanno sciolto ogni riserva e accertato che si tratta di una mina. Il personale del Nucleo Sdai è giunto a Grado con gli artificieri subacquei e gli incursori per l’operazione bonifica che scatterà giovedì 5 ottobre. Mercoledì 4 hanno fatto un ulteriore sopralluogo pulendo nel contempo, ovviamente con le dovute precauzioni, il residuato bellico.
L’ordigno si trova, come detto, dinnanzi alla diga all’incirca tra il palazzo municipale e la villa Marchesini non molto distante da terra. Tra l’altro quando è stata lanciata dalla nave che la trasportava, pare che questa mina non si sia, come si suol dire, “aperta” nel senso che c’è ancora il carrello di ancoramento. Dopo che sarà stato pulito e accertato definitivamente di che ordigno si tratta, lo stesso sarà trasportato in una zona prettamente fangosa, assolutamente priva di flora e fauna che si trova a circa quattro miglia e mezzo al largo di Grado. La navigazione in quel tratto di mare sarà inibita sin dal mattino. Qui oggi l’ordigno sarà fatto brillare. Allo stato è difficile capire esattamente di quale particolare mina si tratta e quanto sia effettivamente grande ovvero quanto tritolo possa contenere. È tuttavia presumibile che la mina sia simile a quelle precedentemente trovate e fatte brillare, anche se a prima vista si presenta con caratteristiche all’apparenza diverse (l’ordigno è ricoperto non solo di incrostazioni ma anche di crostacei). Se fosse simile alle precedenti già trovate e fatte brillare, si tratterebbe di una mina tedesca risalente alla Seconda guerra mondiale che potrebbe contenere dai 400 ai 700 chilogrammi di tritolo. Il brillamento controllato di una mina di siffatte proporzioni crea, come è stato dimostrato nei casi precedenti, una colonna d’acqua alta anche una quarantina di metri. La mina ritrovata nei giorni scorsi – se di mina si tratta – è la quarta nell’arco degli ultimi anni. Una era stata rinvenuta nei pressi di San Piero, un’altra in zona Mula di Muggia e l’ultima, all’inizio (uscendo dall’isola) del canale che da una parte va verso il porto e dall’altra fino alla foranea e quindi in mare aperto.
Foto-Fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/10/05/news/spunta-una-mina-900-metri-al-largo-di-grado-1.15946295