21/10/2016 Cambogia, Oddar Méanchey, Samraong
Lui, il protagonista di questa storia è un 25enne, residente e studente universitario di un prestigioso college statunitense. È rientrato da qualche giorno per trascorrere giorni di vacanza tra le mura domestiche, famigliari e amici. Ha portato regali per tutti, soprattutto le famose maschere da indossare la notte di Halloween. Maschere note in mezzo mondo, ma viceversa quasi sconosciute in Cambogia. Sia come sia, il giovane decide di divertirsi, indossa la maschera per recarsi a porre ai concittadini il classico dilemma della notte di fine ottobre: <<dolcetto o scherzetto?), ma i residenti non comprendono il gioco e vedendo quella maschera si spaventano davvero, in un attimo la notizia raggiunge ogni angolo del villaggio: “in giro c’è uno spirito malvagio”. Tant’è che un gruppo di volontari decide di smascherare lo spaventoso clown. Il 25enne non è al corrente d’aver suscitato panico in città e continua a giocare, a spaventare. Le voci per il paese diventano sempre più assurde: “uno spirito maligno armato di machete”-” guarda ed entra nelle case”, nel contempo i meno impauriti individuano la maschera, il ragazzo, lo studente, vorrebbero costringerlo a chiede scusa ai residenti. Il giovane comprende d’aver esagerato, forse ha paura. Il gruppo lo circonda urla sempre più. Il 25enne scappa, corre, corre in direzione nord, verso i campi incolti. La comitiva tenta di fermarlo, ma per altra ragione, il ragazzo sta per entrare in un campo minato. Il giovane non ascolta e continua a correre, raggiunge la folta vegetazione, il campo minato. Parte del gruppo rischiando la propria vita tenta di fermarlo, altri si affrettano ad allertare la Polizia. È quasi sera, la penombra abbraccia la zona, il giovane in maschera è fermato dalla detonazione di una mina. La foresta cambogiana di “Parentalia”, accoglie un nuovo spirito, uno spirito che voleva solo giocare.
Giovanni Lafirenze