residuati bellici è molto diffuso nella nostra zona, fin dal primo dopoguerra, quando i “recuperanti” – così vengono chiamati tutt’oggi – erano persone che a rischio della propria vita bonificano le zone attorno ai centri abitati in cambio di pochi soldi. Purtroppo alla passione, anche quando è genuina, spesso si accompagna una conoscenza piuttosto approssimativa del funzionamento degli esplosivi. Non per nulla negli anni sono parecchi i casi in cui qualche collezionista-recuperante ci ha rimesso qualche falange delle dita , e nonostante siano passati quasi 20 anni è ancora fresca la memoria della tragedia di Marco, quando un recuperante di 56 anni, Renzo Gatti, morì dilaniato nel giardino di casa sua mentre cercava di inertizzare in modo artigianale una vecchia granata da 500 chili. Quella degli esplosivi è insomma una passione pericolosa, che può costare la vita per una banale sottovalutazione del rischio. La speranza è che chi ha sottratto il proiettile dalle campagne di Chizzola non corra rischi eccessivi. É pur vero che la polvere pirica ha un tempo di decadimento e perde le proprie caratteristiche nell’arco di cento anni, ma è anche vero che un proiettile inesploso rappresenta sempre un’insidia per chiunque. Tanto più per chi si atteggia a “pratico” del mestiere, ma non può nè potrà mai avere alle spalle la formazione e l’esperienza di un artificiere. Fonte:http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2015/01/22/news/rubata-la-bomba-della-grande-guerra-1.10711852
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