Era venerdi, un normale venerdì come tanti in cui il personale della Sezione B.C.M. (sei persone), in previsione dei successivi 2 giorni di riposo in famiglia, si accingeva alla registrazione degli interventi di bonifica effettuati nella settimana, aggiornando l’archivio contenente l’indicazione delle zone di intervento ed il numero e tipo degli ordigni esplosivi rinvenuti e “trattati”. Era il 30 settembre 1977.
Giunge telefonicamente una richiesta di urgente intervento per la presunta presenza di un ordigno esplosivo, in parte venuto alla luce durante i lavori di scavo per la costruzione della Strada di Fondo Valle nel territorio del Comune di Loiano (BO). Comune già abbondantemente interessato dalla presenza di residuati bellici di ogni genere e tipo risalenti al periodo dell’ultimo conflitto mondiale in cui l’Area ricadeva nella famosa “Linea Gotica”
Immediatamente si organizza l’intervento urgente previsto dalle Norme in vigore (per compito istituzionale), volto al riconoscimento dell’eventuale situazione di pericolo, effettuare eventuali operazioni propedeutiche ad un eventuale intervento di bonifica occasionale e proporre un eventuale successivo intervento di bonifica integrale sull’area interessata dai lavori, dando così modo agli Organi territoriali competenti (Sindaco e Carabinieri), di mettere in atto le opportune azioni tendenti principalmente ad assicurare la sicurezza della persone e delle cose.
Preparato l’unico veicolo in dotazione alla Sezione e in modo quasi volontario perché reso normale dal susseguirsi degli interventi, partono per la zona indicata i due Rastrellatori più esperti e fisicamente idonei, muniti di cercamine, aste di sondaggio e tutto l’occorrente al bisogno. (si tenga presente che al tempo due Operatori della Sezione erano Specializzati B.C.M. mutilati Invalidi di Guerra riassunti dall’Amministrazione Militare per effetto delle Norme allora in vigore).
Giunti sul posto indicato e dopo averlo scoperto a mano, l’oggetto segnalato viene identificato giustamente come “matassa di cordoncino telefonico campale” probabilmente abbandonata dopo l’uso da una delle opposte fazioni belligeranti. Le matasse in questione erano composte da una guaina contenente fili di rame per il passaggio del segnale telefonico accompagnati da alcuni fili acciaiosi che servivano per impedire le interruzioni dovute ad eventuali strappi durante lo stendimento
Viene giustamente catalogato “oggetto inerte” e con l’aiuto di un escavatore meccanico presente sul cantiere e fornito quale concorso a titolo gratuito, si procede al recupero con assistenza B.C.M. per chiudere la segnalazione e registrare comunque l’intervento del personale dell’Amministrazione Militare.
Durante questa fase si verifica improvvisamente lo scoppio di un ordigno interrato esistente proprio sotto la matassa in questione, probabilmente ad arte trappolata per scoppiare durante la fase di recupero (successivamente esaminati i residui, si valutò essere una mina anticarro attivata).
Lo scoppio provoca immediatamente la morte del Rastrellatore ORSI Paolo (classe 1932), e il ferimento in modo grave del Rastrellatore PELLICCIANI Dino (classe 1916), che morirà il successivo 1° ottobre all’Ospedale Civile di Loiano.
L’operatore dell’escavatore Sig. Visinelli di Loiano non ebbe a riportare alcun danno, perché la pala dell’escavatore ha fatto da scudo allo scoppio.
Ora, dopo un silenzio durato quarant’anni, ritengo sia mio dovere quale ex Capo della disciolta Sezione B.C.M. già esistente presso l’allora 6^ Direzione Genio Militare di Bologna, ricordare questi due impavidi Operatori e sentirmi affettuosamente a Loro vicino in questo anniversario, consapevole che nel ricordo dei Caduti, nel perpetuarsi delle nobili tradizioni e del sano spirito di Corpo, sapranno associarsi con spirito di fratellanza anche i giovani “bonificatori” dell’Arma del Genio.
Bologna, 27 novembre 2017
Dirigente Tecnico B.C.M