TRENTO. La passione di recuperare reperti bellici poteva costare molto cara a un uomo della valle del Chiese. Gli uomini della Forestale gli avevano trovato in casa 21 proiettili risalenti alla Prima guerra mondiale. Si trattava di proiettili recuperati sulle zone che avevano visto il passaggio del fronte. Erano proiettili ancora integri. Per questo l’uomo è stato denunciato per possesso di armi da guerra. La Procura aveva emesso un decreto penale di condanna che prevedeva il pagamento di una multa di 15.400 euro. Una bella batosta. Il recuperante, però, si è rivolto all’avvocato Andrea Antolini e ha presentato opposizione. Ieri si è discussa l’udienza preliminare davanti al giudice Carlo Ancona. L’uomo era accusato di aver violato l’articolo 2 della Legge 895/67. Il suo legale ha chiesto una consulenza tecnica all’ex giudice di Bolzano Edoardo Mori, grande esperto di armi. Il perito nella sua perizia ha evidenziato che i proiettili di calibro 6,5×52 non sono munizioni da guerra ma munizioni per arma comune da sparo rilevando comunque che i reperti trovati sono palesemente inefficienti ed irrecuperabili.
L’uomo aveva trovato i proiettili circa quindici anni fa vicino alla cima Carè Alto nel Gruppo dell’Adamello sul Ghiacciaio.
Il giudice Ancona ieri ha qualificato il fatto in modo diverso rispetto all’accusa ritenendo il corpo di reato come munizioni per arma comune da sparo e quindi rimettendo in termine l’imputato ai fini della concessione dell’oblazione e rinviando l’udienza al 3 dicembre.
In questo modo, il recuperante potrà cavarsela pagando una sanzione di 300 euro. Un bel guadagno rispetto agli iniziali 15 mila.
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