Sarajevo, 21 mag. (TMNews) – Una mina antiuomo risalente alla guerra degli Anni Novanta, riportata in superficie dalle alluvioni che hanno devastato la Bosnia, è scoppiata nel nord bosniaco, a conferma del pericolo che si aggiunge alla già difficilissima situazione creata da frane ed esondazioni. “Nella regione di Brcko l’acqua ha provocato lo spostamento di un campo minato e un ordigno è scoppiato nella notte tra martedì e mercoledì”, ha riferito l’Agenzia nazionale dello sminamento (BHMAC) con un comunicato. Per fortuna non vi sono state vittime. Secondo le cifre ufficiali, dalla fine della guerra del 1992-95, oltre 120.000 mine restano disseminate sul territorio bosniaco. Circa il 2% della superficie complessiva della Bosnia è ancora infestato da ordigni in grado di esplodere e i lungofiume e in generale i corsi d’acqua sono a rischio, in quanto fungevano spesso da zona di demarcazione tra i due campi belligeranti durante la guerra. Nella regione di Prijedor, Nord-Est bosniaco, il ritiro delle acque ha fatto affiorare dalla melma un frigorifero con dentro nove bombe, un lanciarazzi e diverse scatole di munizioni. Tra Bosnia e Serbia le alluvioni hanno provocato una cinquantina di morti e la situazione resta critica, con ondate di piena ancora attese, soprattutto nelle aree serbe sono state rafforzate le dighe sulla Sava, in previsione di picchi dei livelli delle acque sino a venerdì. L’aumento delle temperature, poi, ha fatto scattare una gara contro il tempo per tentare di disinfettare le aree inondate prima che le carcasse degli animali vadano in decomposizione e che le acque diffondano batteri e virus. In Bosnia un quarto dei 3,8 milioni di abitanti restano senza acqua potabile. Sul milione e 600.000 persone colpite dalle alluvioni, 100.000 hanno dovuto lasciare le loro case i Bosnia, altre 50.000 in Serbia: il peggiore esodo dalla fine della guerra.
Orm
Fonte: http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/pericolo-mine-nei-balcani-alluvionati-ordigno-scoppia-in-bosnia-20140521_152429.shtml
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