di Ivan Bianchi
E’ di qualche mese fa, durante alcune riprese per un documentario, la scoperta di un relitto da guerra austroungarico ad opera di due giornalisti a circa due miglia e mezzo al largo dell’Isola di Grado. All’interno dell’imbarcazione affondata da oltre un secolo, però, non solo i resti di quella che fu parte della marina militare dell’Impero, ma anche gli ordigni bellici rimasti inesplosi. Da qui l’inizio di una complessa operazione di bonifica, non ancora del tutto completata ad opera del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori. “E’ stato segnalato un ritrovamento di un possibile ordigno pericoloso per la pubblica incolumità e la prefettura ci ha affiato la bonifica” spiega il capitano di fregata Bruno Rocca, comandante del Gos, il Gruppo Operativo Subacquei. “La bonifica viene effettuata da operatori subacquei che si immergono e rimuovono gli ordigni presenti sul relitto” prosegue Rocca. Quando gli ordigni vengono ritrovati sono distrutti in una zona segnalata dalle autorità marittime. “La costa italiana è costellata di relitti e ci aspettiamo sempre che ne venga ritrovato qualcuno” prosegue Rocca, “nel 2017 abbiamo bonificato 22mila ordigni in mare. Tutti gli scenari delle guerre, prima e seconda, offrono la possibilità di ritrovarne uno”. A causa delle condizioni meteo di questi giorni, però, non è possibile completare le operazioni. “Questa è un’attività delicata e allo stato attuale non abbiamo una stima precisa della fine dei lavori, non abbiamo un’entità di carico definita. Riprenderemo non appena le condizioni meteo lo permetteranno. Nella prossima missione capiremo meglio come agire”. Nulla di quanto ritrovato, però, sarà esposto in un museo: “Quello che troviamo sono residuati bellici che sono pericolosi per la pubblica incolumità: devono essere distrutti. Se, però, verrà ritrovato qualcosa con interesse storico”, conclude Rocca, “verrà avvisata la prefettura e la soprintendenza”.
Foto-Fonte: http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Operazioni_di_bonifica_di_un_relitto_austroungarico_al_largo_di_Grado/2/177407
È importante ricordare che, in casi analoghi, è fondamentale evitare di avvicinarsi a congegni esplosivi per la loro potenziale pericolosità e informare immediatamente la Capitaneria di Porto