di Gabriella Ziani
L’obice da 30 tonnellate che era capace di lanciare un proiettile di 200 chili è stato riportato a lustro anche da mani femminili, dalle giovani restauratrici all’opera sui macchinari di guerra che diventeranno (ma non ancora) il famoso Museo della pace e della guerra Diego de Henriquez che viaggia, come i treni, con un lieve ritardo: la data annunciata dell’inaugurazione è infatti, si sa, tra il 18 e il 20 giugno, mentre venerdì, giorno in cui ricorre il quarantesimo anniversario della morte del più originale e controverso collezionista di Trieste, si terrà solo una presentazione pubblica, all’auditorium del Museo Revoltella, alle 18. Si vedranno le immagini dell’ex Caserma Duca delle Puglie, le fasi del restauro, il progetto di allestimento.
«Il sospetto di amianto in alcune tubazioni ci ha rallentato esattamente di un mese» avverte però Maria Masau Dan, direttore dei Civici musei e del Revoltella, e alle prese con una ampia squadra per l’allestimento del nuovo museo di mezzi militari della Prima e Seconda guerra mondiale nella ex caserma di via Cumano ormai per metà restaurata, più foto, diari, registrazioni, divise, medaglie e tutto quell’immenso patrimonio che a sprezzo del pericolo (e della coerenza politica) de Henriquez raccolse nel corso della sua vita, letteralmente bruciata: morì in un incendio di un suo magazzino. Si dice (ma non si sa) che forse nascondeva segreti indicibili sulle foibe. Che quello non sia stato un incidente. Il personaggio, di origine spagnola, diplomato all’Istituto Nautico, trascrittore in oltre 300 taccuini di tutte le scritte sui muri lasciate dai deportati alla Risiera di San Sabba (poi scomparse) non per niente è già diventato oggetto di romanzi, prima ancora che titolare del suo prezioso, ingombrante museo.
«Al Revoltella ci sarà un incontro con l’assessore alla Cultura Franco Miracco, il curatore scientifico Lucio Fabi, il restauratore Mauro Vita (una delle ditte più specializzate in Italia), con la conservatrice del museo Paola Cosenzi e con l’architetto Paolo Ricci – dice Masau -, il progetto di allestimento è tutto pronto, il materiale da esporre è selezionato, le guide cartacee saranno in italiano e inglese, le audioguide in più lingue, gli arredi sono decisi, la grafica è in lavoro». «Manca da decidere con il Comune una segnaletica in città. Trovare via Cumano per un visitatore non triestino non è certo facile. Inoltre – prosegue la direttrice – bisognerà procurare dei parcheggi. Il museo ha bisogno di spazi attorno».
Il restauro di armi e mezzi militari, tra cui la cucina da campo della Prima guerra mondiale, è stato assolutamente scientifico. È stato realizzato nei capannoni ancora non restaurati, usati come park momentaneo delle artiglierie. «C’era un problema concettuale – prosegue Masau Dan – da risolvere: restaurare a nuovo o lasciare i segni del tempo?». Si è scelta la via mediana, ciò non toglie «che tutto il bronzo sia lustro, dopo uno studio approfondito di ogni strato di vernice e di tutti i materiali originali». Le fotografie appese alle pareti del futuro museo mostreranno però l’immagine dello stato originario. I motori delle camionette, dei blindati, dei cingolati, delle autoblindo sono stati ripuliti. Certi avevano ancora segni di olio nei serbatoi. L’odore acre del tempo di guerra.
«La Soprintendenza – conclude la direttrice – ci ha autorizzato l’intervento con pieno assenso sulla ditta di restauro (è di Roveredo in Piano, ndr), già autrice per esempio del restauro dei cannoni di Redipuglia. La giovane squadra ha lavorato con passione, anche nel freddo di gennaio». Mettendo le mani pure sul “cannone atomico” firmato Krupp (così lo chiamava il collezionista), per la prima volta toccato e lucidato. E, altrettanto per la prima volta, domani verrà mostrato in modo organico, seppure ancora al vecchio Revoltella e non nel nuovo “de Henriquez”, questo davvero un po’ pazzesco e unico patrimonio.
Fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/05/01/news/de-henriquez-primo-assaggio-del-museo-1.9139226
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall’ANVCG
|
Lascia un commento