E’ una pace calda quella tra Libano e Israele, basta una scintilla per
far precipitare la precaria tregua tra i due paesi mediorientali
perennemente in conflitto. I caschi blu della missione internazionale
Unifil si pongono come forza di interposizione. Ogni sei mesi le Brigate
italiane si passano il testimone per mantenere la pace in quell’area.
Insieme alla Brigata aeromobile Friuli, nel contingente italiano, con
base a Shama, è stata inserita una Compagnia del secondo Reggimento
Genio Pontieri di Piacenza formata da 70 militari rientrati da poco in
Italia. Una delle attività principali è stata la bonifica del terreno
che divide i due Stati invaso dalle mine posizionate dall’esercito
israeliano per evitare invasioni. Un’attività particolarmente
difficoltosa per le condizioni in cui il team Minex opera. Per aprire un
corridoio occorrono mesi.
“E’ stata dura, anche se era inverno faceva molto caldo e per
individuare e portare alla luce gli ordigni occorre molta
concentrazione, inoltre si lavora con una tuta antideflagrazione di 13
chili” commenta il caporalmaggiore scelto Giuseppe Falcone. Oltre
all’attività di sminamento, in Libano i Pontieri piacentini hanno anche
realizzato una strada a servizio della popolazione locale. “Ci hanno
accolto con calore e ringraziato per il lavoro svolto regalandoci grandi
soddisfazioni umane e professionali, questo significa che anche chi ha
operato prima di noi ha lavorato bene” ha dichiarato il maresciallo
Nicola Prezioso, addetto ai Comandi. La missione internazionale impone
ai militari sei mesi lontani da casa. “E’ difficile però siamo militari e
questa è la vita che abbiamo scelto e ne siamo orgogliosi” aggiunge il
comandante di Compagnia Alessandro Zarzana. I militari piacentini sono
stati in Libano per la prima volta. In passato erano stati impegnati
nelle missioni in Kosovo e Afghanistan. Il comandante del secondo
Reggimento Genio Pontieri, tenente colonnello Rocco Capuano ha tracciato
un bilancio molto positivo per la missione svolta e ha confermato che
al momento non ne sono previste altre, ci sono solo alcuni uomini
inviati in missione per specifiche professionalità. “La missione
internazionale – conclude il comandante – ci consente di mettere in
pratica i nostri addestramenti e di renderci utili fuori area, questo
per noi è motivo di grande orgoglio”.
Fonte:
http://www.liberta.it/2013/06/07/missione-in-libano-rientrati-i-pontieri-piacentini-rimosse-decine-di-mine-antiuomo/
Foto: Libertà.it
Team Eod al lavoro (sminamento)
Lascia un commento