In Pakistan, nel distretto del Belucistan a Dera Bugti e precisamente in località Pir Koh un pastore è gravemente ferito mentre conduce al pascolo i suoi animali. In Yemen nel solo territorio di Taʿizz e calcolando esclusivamente il mese di agosto le vittime civili delle mine risultano 11 e tra queste 7 i bambini di cui due di età inferiore ai quattro anni. In Israele tra Golan e confine siriano un incendio provoca l’esplosione di mine interrate. Tuttavia mentre le mine esplodono in ogni area di guerra, in Nigeria oltre a mine convenzionali o di circostanza da tempo è esploso l’ordigno più potente: la fame. Infatti Boko Haram a nord del Paese, impedisce l’ingresso di aiuti umanitari che restano inaccessibili per rifugiati e non solo. A Maiduguri 250.000 bambini già in fase di inanizione fisiologica o patologica, rischiano di morire malgrado la crudele presenza di alimenti freschi non raggiungibili. Gli stessi mezzi delle Nazioni Unite vengono attaccati dai terroristi, stesso discorso per i convogli Unicef e Medici Senza Frontiere che subiscono le bombe di Boko Haram. E tutto ciò accade mentre assistiamo ad un accordo Usa-Russia rivolto a ripristinare una pace siriana che non può cancellare con una stretta di mano anni guerra subiti dalla popolazione e non elimina neanche gli ordigni inesplosi. Ma non solo, peggio, molto peggio, mentre la fame prodotta dalla guerra continua ad uccidere, la Corea del Nord prosegue a minacciare il mondo con i suoi missili nucleari. La minaccia nucleare spaventa, ma che ci siano persone compiacenti e orgogliose di queste bombe ad idrogeno, Uranio o Plutonio, inorridisce e spaventa maggiormente.
Giovanni Lafirenze
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