A segnalare quello strano oggetto, che sembrava tanto una bomba, è
stato un semplice escursionista. Che però ci aveva visto giusto.
Nascosto sotto una roccia nel Vallone di Orgères tra quota 2370 e 2450
metri, c’era un ordigno da 152 millimetri rimasto lì dalla Seconda
Guerra Mondiale. Un secondo è stato trovato
Questa mattina la bomba è stata fatta brillare dagli specialisti del
32° reggimento genio della brigata alpina Taurinense (l’Esercito ha la
competenza esclusiva sui residuati bellici) che hanno lavorato assieme a
Regione e forze dell’ordine. A trasportare in quota gli artificieri del
genio alpino, che in due ore hanno neutralizzato anche un altro ordigno
di calibro inferiore, è stato un elicottero della Protezione Civile.
«In Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, interventi del genere sono
praticamente all’ordine del giorno, per i genieri del 32° – fanno sapere
i militari -: ogni anno gli artificieri neutralizzano in media 400
ordigni. I ritrovamenti avvengono su segnalazione di cittadini,
soprattutto in occasione di lavori di scavo o di ristrutturazione, che
fanno emergere a decenni di distanza i residuati risalenti allo scorso
conflitto mondiale. Tipicamente gli ordigni inesplosi vengono trovati
nei cantieri, nei boschi, in zone collinari e montuose, ma anche nelle
abitazioni, dove spesso si celano veri e propri arsenali risalenti al
1940-45».
Quando si trova un residuato bellico bisogna stare molto attenti. «In
genere – continuano i militari – sono ancora attivi, dal momento che
l’esplosivo non perde il proprio potenziale col passar degli anni,
mentre gli inneschi possono diventare labili e provocare deflagrazioni
accidentali alla minima manomissione. Il rischio dei residuati bellici
può essere mitigato prestando attenzione nell’avvistare oggetti
metallici sospetti e soprattutto nel non toccarli, avvisando prontamente
le forze dell’ordine».
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