PORTO SAN GIORGIO – Allarme per le bombe in mare. I pescatori sono preoccupati. Occhio alla pesca. La marineria è ancora al centro delle cronache cittadine. Ma questa volta non sono le vicissitudini societarie della cooperativa Produttori pesca e il futuro degli armatori a tenere banco. La questione è ben diversa e, per alcuni versi, anche più preoccupante: al largo della costa sangiorgese, infatti, c’è il rischio che i lupi di mare possano pescare sostanze a base di fosforo, componenti di ordigni inesplosi, che, a contatto con l’aria, si incendiano.
Al riguardo, infatti, la Capitaneria di porto, ha diramato una nota in cui si mettono in allerta i pescatori. “E’ vero – conferma il comandante del Circomare, Fabrizio Strusi – abbiamo diffuso delle note alla locale marineria in cui facciamo presente la situazione specifica. Abbiamo anche chiesto di prestare la massima attenzione nel momento in cui si tirano a bordo le reti perché potrebbe verificarsi un simile fenomeno (quello di elementi chimici che, a contatto con l’ossigeno dell’aria, prendono fuoco)”. Di certo un imprevisto non piacevole soprattutto se capitasse a bordo di un’imbarcazione che si trova in alto mare. “Non escludiamo possa succedere anche perché il tratto di costa interessato è il nostro. Ma per il momento non c’è stato alcun episodio del genere. Qualora dovesse accadere metteremo in atto una precisa procedura di intervento”. Quelle sostanze infiammabili a base di fosforo, infatti, sono con ogni probabilità componenti di bombe inesplose e residuati bellici che, a conflitto concluso, sono stati scaricati in mare aperto. C’è chi pensa si possa trattare di ordigni risalenti alla prima o alla seconda guerra mondiale. Ma in banchina si fa sempre più insistente la voce secondo cui quelle bombe siano da ricondurre alla guerra in Kosovo, risalente dunque alla seconda metà degli anni ’90. Gli esperti in materia, oltretutto, danno per più che probabile la connessione tra il fosforo e gli esplosivi. A onor del vero di operazioni di bonifica ne sono state fatte. Ma non è da escludere che qualche ordigno possa essere sfuggito agli occhi di chi si è occupato di ripulire i fondali marini. Il caso è balzato agli onori delle cronache locali quando nei giorni scorsi un peschereccio, con base a San Benedetto del Tronto, ha pescato una radice di un albero con sopra una sostanza in tutto simile al fosforo che, una volta venuta a contatto con l’ossigeno dell’aria, ha, infatti, preso fuoco. Fortunatamente nessuno si è fatto male. Ma tra il fosforo sospetto presente sui fondali del medio Adriatico, le fibrillazioni all’interno della categoria, con la cooperativa Produttori pesca in liquidazione, e l’imminente inizio dei lavori per il rinfoltimento di alcune scogliere, gli occhi delle cronache cittadine rimangono rivolti verso mare. Fonte: http://www.corriereadriatico.it/fermo/bombe_al_fosforo_mare_adriatico_porto_san_giorgio_capitaneria_di_porto_pescatori_reti/notizie/1048615.shtml
04Dic
La Capitaneria: bombe al fosforo in mare Cautela dei pescatori con le reti
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