Comunicato stampa 1 ottobre
Quest’anno il Torneo Internazionale di calcio giovanile
intitolato a Karol Wojtyla è arrivato alla decima edizione, e si terrà dal 6
all’11 ottobre 2014. L’occasione del decennale sarà ancora più solenne in virtù
della santificazione dell’amato Pontefice Giovanni Paolo II, avvenuta il 27
aprile scorso. Durante le nove edizioni trascorse, giovani calciatori di Paesi,
culture e religioni diverse, grazie al Trofeo, hanno avuto modo d’incontrarsi e
attraverso il calcio sono stati stimolati a conoscersi e a confrontarsi
lealmente, imparando a rispettare le proprie diversità. In questa particolare
edizione il Trofeo Karol Wojtyla sosterrà la campagna di sensibilizzazione sul
tema degli ordigni bellici inesplosi lanciata dall’Associazione Nazionale
Vittime Civili di Guerra. L’Associazione
ha promosso e consentito la partecipazione al Torneo di due squadre provenienti
dalla Bosnia-Erzegovina, una di Sarajevo e l’altra di Mostar, in rappresentanza
di un Paese che ha sofferto recentemente la tragedia di una guerra sanguinosa e
che è attualmente impegnato in un’azione di bonifica del territorio
particolarmente complicata per la quantità di ordigni disseminati in ogni
angolo del suo territorio. E’ questo un problema che – a seguito delle tante
guerre dichiarate o meno in atto in tutto il mondo – sta diventando una vera e
propria emergenza planetaria, con conseguenze drammatiche che si perpetuano in
un arco di tempo straordinariamente lungo: gli ordigni bellici inesplosi,
infatti, provocano morti e feriti per moltissimi anni dopo la fine dei
conflitti, costituendo una costante minaccia per le popolazioni civili. Una
riprova di ciò è data dalla situazione in Italia dove, a settant’anni
dall’ultimo conflitto bellico, questo tema è purtroppo ancora attuale, visto
che ogni anno nel nostro paese vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del
Ministero della Difesa), i quali hanno causato undici gravi ferimenti nel 2013
e quattro già nei primi mesi del 2014, in cui inoltre un uomo di 66 anni ha
perso la vita in a causa delle conseguenze delle ferite riportate pochi mesi
prima per lo scoppio accidentale di un ordigno bellico mentre spalava la neve
nel suo vialetto.
intitolato a Karol Wojtyla è arrivato alla decima edizione, e si terrà dal 6
all’11 ottobre 2014. L’occasione del decennale sarà ancora più solenne in virtù
della santificazione dell’amato Pontefice Giovanni Paolo II, avvenuta il 27
aprile scorso. Durante le nove edizioni trascorse, giovani calciatori di Paesi,
culture e religioni diverse, grazie al Trofeo, hanno avuto modo d’incontrarsi e
attraverso il calcio sono stati stimolati a conoscersi e a confrontarsi
lealmente, imparando a rispettare le proprie diversità. In questa particolare
edizione il Trofeo Karol Wojtyla sosterrà la campagna di sensibilizzazione sul
tema degli ordigni bellici inesplosi lanciata dall’Associazione Nazionale
Vittime Civili di Guerra. L’Associazione
ha promosso e consentito la partecipazione al Torneo di due squadre provenienti
dalla Bosnia-Erzegovina, una di Sarajevo e l’altra di Mostar, in rappresentanza
di un Paese che ha sofferto recentemente la tragedia di una guerra sanguinosa e
che è attualmente impegnato in un’azione di bonifica del territorio
particolarmente complicata per la quantità di ordigni disseminati in ogni
angolo del suo territorio. E’ questo un problema che – a seguito delle tante
guerre dichiarate o meno in atto in tutto il mondo – sta diventando una vera e
propria emergenza planetaria, con conseguenze drammatiche che si perpetuano in
un arco di tempo straordinariamente lungo: gli ordigni bellici inesplosi,
infatti, provocano morti e feriti per moltissimi anni dopo la fine dei
conflitti, costituendo una costante minaccia per le popolazioni civili. Una
riprova di ciò è data dalla situazione in Italia dove, a settant’anni
dall’ultimo conflitto bellico, questo tema è purtroppo ancora attuale, visto
che ogni anno nel nostro paese vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del
Ministero della Difesa), i quali hanno causato undici gravi ferimenti nel 2013
e quattro già nei primi mesi del 2014, in cui inoltre un uomo di 66 anni ha
perso la vita in a causa delle conseguenze delle ferite riportate pochi mesi
prima per lo scoppio accidentale di un ordigno bellico mentre spalava la neve
nel suo vialetto.
Una di queste vittime, il giovane Nicholas Marzolino, che nel
marzo del 2013 ha perso la vista e un braccio in un incidente in Val di Susa
dovuto ad un ordigno bellico, ha ritenuto di affiancare nuovamente
l’Associazione in questa campagna, per evitare il ripetersi di casi come il suo
e sarà presente alla conferenza stampa di presentazione del torneo, che si
terrà il 2 ottobre 2014, presso la sede della Federcalcio a Roma.
marzo del 2013 ha perso la vista e un braccio in un incidente in Val di Susa
dovuto ad un ordigno bellico, ha ritenuto di affiancare nuovamente
l’Associazione in questa campagna, per evitare il ripetersi di casi come il suo
e sarà presente alla conferenza stampa di presentazione del torneo, che si
terrà il 2 ottobre 2014, presso la sede della Federcalcio a Roma.
Anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili
di Guerra, Giuseppe Castronovo è stato vittima di uno di questi ordigni, avendo
perso la vista a nove anni, il 26 giugno del 1944, a causa dell’esplosione di
una penna bomba. “È doloroso ed inaccettabile – spiega così Castronovo le
motivazioni alla base della campagna – che a distanza di settant’anni dalla
fine della guerra altre persone, altri giovani, possano avere il mio identico
destino. Secondo l’Unicef, infatti, i bambini rappresentano più di un terzo
delle vittime civili. La loro curiosità
naturale li espone a maggiori rischi, poiché spesso quando si imbattono in tali
ordigni, non conoscendoli, cercano di aprirli o di giocarci. Essi sono pertanto
più esposti degli adulti al rischio di morire o di ferirsi per le conseguenze
delle esplosioni e ciò può essere evitato solo con bonifiche dei terreni che si
avvalgano delle tecniche più moderne e con una adeguata campagna informativa
“. Proprio per fornire un quadro sintetico ed efficace dell’entità del
fenomeno nel nostro Paese, l’Associazione nell’ambito della campagna ha curato
la pubblicazione del volume “Schegge Assassine”, scritto da Giovanni Lafirenze,
membro del Dipartimento Ordigni Bellici Inesplosi dell’ANVCG ed esperto in
bonifiche ambientali da ordigni bellici.
di Guerra, Giuseppe Castronovo è stato vittima di uno di questi ordigni, avendo
perso la vista a nove anni, il 26 giugno del 1944, a causa dell’esplosione di
una penna bomba. “È doloroso ed inaccettabile – spiega così Castronovo le
motivazioni alla base della campagna – che a distanza di settant’anni dalla
fine della guerra altre persone, altri giovani, possano avere il mio identico
destino. Secondo l’Unicef, infatti, i bambini rappresentano più di un terzo
delle vittime civili. La loro curiosità
naturale li espone a maggiori rischi, poiché spesso quando si imbattono in tali
ordigni, non conoscendoli, cercano di aprirli o di giocarci. Essi sono pertanto
più esposti degli adulti al rischio di morire o di ferirsi per le conseguenze
delle esplosioni e ciò può essere evitato solo con bonifiche dei terreni che si
avvalgano delle tecniche più moderne e con una adeguata campagna informativa
“. Proprio per fornire un quadro sintetico ed efficace dell’entità del
fenomeno nel nostro Paese, l’Associazione nell’ambito della campagna ha curato
la pubblicazione del volume “Schegge Assassine”, scritto da Giovanni Lafirenze,
membro del Dipartimento Ordigni Bellici Inesplosi dell’ANVCG ed esperto in
bonifiche ambientali da ordigni bellici.
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi
promossa dall’ANVCG |
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