Cinque uomini, cinque amici, di Rivne, (Ucraina) muniti di metal detector cercano materiale risalente alla seconda guerra mondiale. Il gruppo indaga un terreno appartente al municipio di Baranne, distretto di Radyvylivs’kyi. La comitiva cerca bombe, il finale della tragica vicenda lo conferma. Ma se i ragazzi desideravano ordigni inesplosi potevano recarsi a Mariupol’, Donetsk. Ma la guerra per i ragazzi è una vicenda distante più di 1.000 chilometri, ma è altrettanto distante concettualmente, intellettualmente e questo inibisce le proprie coscienze. In ogni caso il gruppo individua un probabile ordigno, iniziano a scavare, la pala passa di mano in mano, la granata dopo qualche minuto è ben visibile. Gli ordigni, anche se utilizzati durante le guerre del secolo trascorso non perdono capacità detonati, il gruppo non lo comprende o forse si credono talmente esperti da prevedere la stabilità dei congegni innescanti e dell’esplosivo contenuto dalla bomba. Ma ancora peggio nessuno dei presenti pensa alla propria famiglia, al lavoro, alla tragedia che investirebbe tutta la famiglia nel caso in cui le operazioni finissero male. Il gruppo cerca bombe ? Potrebbe sminare la Siria, Afghanistan, Nigeria, Darfur, forse quelle bombe fanno più paura. La vicenda termina quando un 50enne del gruppo inizia a martellare la granata. Un genio ? Un illuminato da premio Nobel ? La storia termina con l’esplosione dell’ordigno, i feriti (…), vengono trasportati presso l’ospedale di Radivilovsky con gravi lesioni a gambe e braccia, per il genio della lampada e del gruppo non c’è più nulla da compiere.
Giovanni Lafirenze
Foto: crime-ua.com
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