Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Guerra in Ucraina, nei tunnel con i bambini: “Solo qui possono salvarsi”

Categories: Editoriali

02/03/2022 Ucraina (Україна), Oblast’ di Cherson (Херсонська область), Cherson (Kherson-Херсон)

 “If you ever come across anything suspicious like this item, please do not pick it up, contact your local law enforcement agency for assistance”

Giampaolo Visetti

Per le strade i volti bianchi dei bambini da venerdì non si vedono più. Nella città circondata, bombardata e da ieri violata dall’esercito russo, nessuno tira più calci ai palloni nel vuoto dei cortili sconvolti dalle macerie. Spenta ogni eccitata festosità, fermato ogni passo ozioso di chi, essendo piccolo, non sa con precisione come si fa a vivere. Questi fantasmi, che l’amore dei genitori non ha permesso di mettere prima in salvo, si agitano ormai solo nel sottosuolo. A Kherson migliaia di bambini da cinque giorni non vedono la luce, non respirano un’aria respirabile, non bevono un’acqua bevibile, non ascoltano un suono che non sia il fragore dei missili e delle bombe, capaci di oscurare le silenziose stelle. «Ormai sono i nostri topi — dice Darijna, — se vogliamo salvare almeno loro dobbiamo nasconderli nelle fogne». Questa mamma, essendo maestra, ha aperto un asilo e una classe elementare nel rifugio scavato sotto il suo quartiere. L’esempio sta dando vita in città ad una piccola rete di catacombe scolastiche di guerra. I bambini, imprigionati sottoterra dalle loro famiglie, giocano insieme, o fanno i compiti, decisi a credere di condividere la grande avventura che può farli risvegliare già grandi. «Resta il rimorso — dice Lyudmila, nonna di 82 anni scappata a piedi da Kharkiv — di non aver portato via i nostri nipoti prima che fosse troppo tardi. Nessuno, nel Sud dell’Ucraina, voleva credere che i russi avrebbero attaccato noi, da sempre loro fratelli». Ora che Kherson è ormai accerchiata e in buona parte occupata, i suoi bambini-topo si preparano a restare nei tunnel, scavati nell’era dell’Urss come vie di fuga dai cantieri navali, fino a quando vivere sulla loro terra non tornerà un’esperienza normale. «Fino a domenica — dice il dodicenne Artem — ho potuto risalire a abitazione un paio d’ore al giorno, nella pausa tra gli allarmi delle sirene. Poi basta: sopra si è scatenata la battaglia ed è saltata anche la tivù. Mio padre vuole che io stia qui al buio, per terra e in silenzio. Mi ha promesso che appena viene il sole e arriva primavera, andiamo insieme sulla spiaggia».

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Foto-Fonterepubblica.it

Небрежное обращение с оружием и взрывными устройствами, которые находятся в незаконном обороте, продолжает ежедневно уносить жизни наших граждан», – тогда написал в Facebook замглавы Национальной полиции Украины Вячеслав Аброськин

Biography of a Bomb

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