Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Giulianova. Dopo 77 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale la Città di Giulianova realizza una targa marmorea in ricordo dei civili uccisi durante i bombardamenti degli angloamericani sulla città

Categories: Editoriali

Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra

Grande partecipazione, a Giulianova, alla cerimonia di scoprimento dell’epigrafe marmorea che ricorda le vittime civili della Seconda Guerra Mondiale. Presenti, in Piazza Caduti 29 febbraio 1944, le famiglie delle vittime, autorità civili e militari, le associazioni d’ Arma e combattentistiche e i cittadini giuliesi. Il Sindaco: “Un’ iniziativa esemplare, organizzata in una sorta di “staffetta” della memoria, che unisce le amministrazioni comunali di ieri, di oggi e di domani, e che non conosce divisioni ideologiche e di partito”. Si è svolta il 2 giugno, alle ore 18, la cerimonia di scoprimento dell’epigrafe che, collocata sul fronte di nord-ovest di piazza Caduti 29 febbraio 1944, ricorda le vittime civili della Seconda Guerra mondiale. “Monito perché si coltivi il bene prezioso della pace”, è scritto sulla lastra marmorea, prima del lungo elenco dei nomi di uomini, donne e bambini, caduti in un biennio tragico, nella storia d’Italia e di Giulianova. Nel tristissimo bilancio, anche le persone inermi che morirono, uccise dalle bombe cadute proprio alle spalle del municipio nel primo pomeriggio del 29 febbraio 1944. La cerimonia è stata coordinata dal ricercatore storico giuliese Walter De Berardinis, che l’Amministrazione comunale ringrazia e, con lui, il direttore della Biblioteca e dei Musei Civici Sirio Maria Pomante, che ha curato la realizzazione e il testo dell’epigrafe, e l’ Ufficio Lavori Pubblici del Comune: senza il loro impegno e la loro collaborazione, in forme diverse, questa iniziativa, che rende finalmente onore alle vittime civili, non sarebbe stata possibile. Erano presenti alla cerimonia, il Sindaco Jwan Costantini, il Vice Sindaco Lidia Albani, il Presidente del Consiglio comunale Paolo Vasanella, gli assessori Soccorsa Ciliberti e Paolo Giorgini, l’onorevole Valentina Corneli, il Vice Sindaco di Roseto degli Abruzzi e di Mosciano Sant’Angelo, rispettivamente Angelo Marcone e Mirko Rossi, Luca Di Girolamo, assessore del Comune di Campli; il direttore dell’Archivio di Stato di Teramo Ottavio Di Stanislao. Ha impartito la benedizione don Ennio Di Bonaventura, parroco dell’Annunziata e vicario della Forania di Giulianova. Il Sindaco Jwan Costantini ha rinnovato l’impegno perché davvero Giulianova continui ad essere “città che non dimentica”. “Un’ iniziativa esemplare – ha detto – organizzata in una sorta di “staffetta” della memoria, che unisce le amministrazioni comunali di ieri, di oggi e di domani, e che non conosce divisioni ideologiche e di partito”. Il Vice Sindaco Lidia Albani ha anticipato che, proprio in un’ottica che vuol essere educativa e formativa, si darà nei prossimi giorni seguito al Battesimo civico, con la consegna, in municipio, di una copia della Costituzione a tutti i diciottenni giuliesi. La cerimonia si è conclusa con la consegna ufficiale di una medaglia in memoria degli internati dei lager nazisti. Alle famiglie, che già in mattinata avevano ricevuto la medaglia d’ Onore dalle mani del Prefetto di Teramo, è stato donato, dunque, il tributo della Città di Giulianova. Walter De Berardinis, a margine della cerimonia, ringrazia il direttore dell’Archivio di Stato di Teramo Ottavio Di Stanislao e la curatrice dell Annuario Madonna dello Splendore Cinzia Falini per la collaborazione prestata nell’acquisizione dei documenti storici e fotografici. Un dovuto riconoscimento anche a Marcella Vanni, Andrea Palandrani e al compianto Michele Corbo che avviarono, per primi, le ricerche. Questi i nomi trascritti sulla lapide: uccisi per mano tedesca: Vincenzo Alleva e Flaviano Poltrone. Uccisi per bombardamento alleato: Di Edoardo Berardo, 66 anni, mezzadro, morto il 12 ottobre 1943; D’Ambrosio Arcangelo, 17 anni; Palladini Paolo, 32 anni, mezzadro; Melchiorre Francesco, 35 anni, impiegato Regia Marina; Melchiorre Alfredo, 33 anni, muratore nella Regia Marina (fratello di Francesco); Garro Maria Teresa, 44 anni, insegnate, nativa di Mazzarino (Sicilia); Splendiani Michele, 50 anni, agricoltore; Marcone Angiolina, 11 anni, (pochi giorni dopo il compleanno); Lelli Fulvio, 26 anni, ortolano; Giampaolo Giulia, 72 anni, casalinga; Antonio Scimitarra, 61 anni, Carabiniere in pensione; Ridolfi Renato, 19 anni, meccanico. La strage del 29 febbraio nella contrada di San Rocco delle ore 13, 13:30 e 15,30: Carusi Renato, 8 anni, studente; Tarantelli Antonietta, 21 anni, casalinga; Di Giammichele Dina,  14 anni, studente; D’Ilio Francesco, 10 anni, studente; Di Giannuario Antonio, 43 anni, impiegato; Di Giannuario Maria Cristina Francesca, 12 anni, studente, figlia di Antonio; Gammella Chiara, 39 anni, casalinga, morta il 29 febbraio 1944; Manocchia Francesco, 53 anni, giornalista, sotto le macerie si salvarono i tre figli: Omero, Benny (giornalista della Rusconi in america) e Franco (giornalista del Corriere della Sera da Roma), mentre Lino (anche lui giornalista con la Rai da New York) era in un campo di concentramento; Quitar Anna, 77 anni, casalinga; Salvati Elisa, 30 anni. Civili uccisi per investimento di mezzi degli alleati inglesi e polacchi: Ernesto Romani, 10 anni, studente; Pietro Scrivani, 19 anni; Germando Diomedi, 43 anni, autista di Corropoli e Francesco Castorani, 35 anni, infermiere della Marina Militare di lungo corso in Africa Orientale e in soccorso con la Nave Galilea nei vari teatri di guerra del Mediterraneo.

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