OGGI Fragheto è un piccolo paese del comune di Casteldelci, disabitato per quasi tutto l’anno. Ci sono una chiesa e alcune case diroccate. Ma non è sempre stato così. Una volta vi abitavano una settantina di persone che vivevano esclusivamente di agricoltura, allevamento e raccolta di legna. Era un paese come gli altri nei dintorni. Almeno fino al 7 aprile 1944. Fragheto non sapeva molto della guerra, quasi nulla, sapeva solo che anche i giovani del posto erano obbligati alla leva. Quel giorno agli abitanti del paese fu inferta una ferita profonda. Nell’inverno 1943-44 le forze nazi-fasciste, a causa dell’avanzata alleata da sud, erano state costrette a ritirarsi a nord della Linea Gotica, una linea difensiva da Massa-Carrara a Pesaro-Rimini. Nelle regioni occupate dai tedeschi si erano fatte sempre più intense le offensive e i sabotaggi da parte dei gruppi partigiani. Per contrastare queste iniziative, i tedeschi compirono nel 1944 numerose stragi, eccidi e rastrellamenti nelle zone appenniniche dove i partigiani trovavano rifugio.
LA NOTTE del 6 aprile un gruppo di partigiani erano arrivati a Fragheto e si erano fermati lì per la notte. L’indomani, saputo che i tedeschi stavano scendendo verso Calanco, località nei pressi di Fragheto, per sorprenderli, si posizionano lungo un crinale. Appena sono a portata di tiro, i partigiani iniziano a sparare. I tedeschi non si spaventano, anzi subito contrattaccano. Migliori le armi, vittoria assicurata. In un paio d’ore vincono la battaglia e fanno prigionieri i pochi superstiti insieme a don Adolfo, accusato di aver aiutato i partigiani. Da Calanco i tedeschi avanzano lungo la mulattiera e si dividono in due gruppi, per stringere Fragheto come in una morsa. Qui si compie la strage.
PERDONO la vita un partigiano e 30 abitanti, tra cui anziani, donne e bambini. Il più piccolo, Paolo Gabrielli, aveva soltanto 40 giorni. Muore anche Maria Gabrielli, una bambina di 7 anni, uccisa con un proiettile al cuore e uno al dito del piede; a lei è stata dedicata la scuola elementare di Casteldelci. Poi i tedeschi incendiano le case, uccidendo anche il bestiame che era nelle stalle. Pochi si salvano, nascosti in una casa un po’ appartata, dove non vengono notati dai tedeschi. Otto uomini, partigiani e civili, inoltre, vengono fucilati presso Ponte Carettoni, da allora chiamato Ponte Otto Martiri. Ripercorrere, con il maestro Giorgio Gabrielli, la strada calpestata nel 1944 dai nazi-fascisti, rende più vivi gli avvenimenti; per ricordarli è stata costituita un’associazione che si ispira ai valori della pace, chiamata appunto ‘Il Borgo della Pace’ e ogni anno c’è una commemorazione delle vittime dell’eccidio.
A.Agostini L.Brizzi A.Canini
Fonte: http://ilrestodelcarlino.campionatodigiornalismo.it/2014/04/15/fragheto-la-strage-nel-piccolo-borgo/
Campagna sensibilizzazione sul tema ordigni inesplosi promossa dall’ANVCG
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