La stagione estiva è ormai iniziata, nei fine settimana a venire cercheremo scampo termico tre le onde dei nostri mari, lasciandoci ammaliare da sabbie dorate o da profumatissimi scogli. Come tutti gli anni, ovviamente i mesi estivi permettono a sub o appassionati di attività subacquee in genere di calarsi in apnea o con ara (bombole ad aria) a varie profondità, per i più fortunati, tra Gorgonie o Posidonie. Sia come sia, il Presidente Giuseppe Castronovo, e tutta l’Associazione Vittime Civili di Guerra già protagonisti della campagna d’informazione sul pericolo prodotto dai residuati bellici di tutte le guerre decidono lanciare questo comunicato:
Prima d’affrontare e gestire ogni attività in mare, dovremmo calcolare e prevedere tutto, nulla può essere lasciato al caso. Non parleremo di tabelle di risalita, di manutenzione attrezzatura o di correnti marine, ma di residuati bellici presenti nei mari e come comportarci nel caso pensassimo di riconoscerne qualcuno. In realtà non è semplice per un bagnante, anche se munito di maschera ed areatore individuare un singolo colpo d’artiglieria da anni caduto in mare, infatti queste granate si presentano parzialmente insabbiate, lasciandoci intravedere solo incrostati ed indistinguibili fondelli od ogive che potremmo confondere con parte dell’habitat marino. Ma il sub esperto, vale a dire colui che è in mare per cogliere ogni particolare del fondo è in grado di notare la granata anche se parzialmente insabbiata o tra altri sassi e scogli. Ma come comportarsi se convinti d’aver individuato un residuato bellico ? In primo luogo dovremmo gestire ogni emozione. Non toccare assolutamente l’oggetto, in quanto molti esplosivi da carica non perdono la capacità detonante anche se in acqua da quasi un secolo. Se la probabile bomba è sommersa a pochi metri dalla spiaggia a meno tre, meno quattro metri di profondità, segnalarla subito alle forze dell’ordine chiamando il 113 o il 112 nel contempo, in attesa delle autorità competenti, fare in modo magari con l’aiuto dei bagnini d’isolare lo specchio d’acqua ad altri bagnanti. Se il rinvenimento della bomba è a qualche centinaio di metri o più dalla riva va da se che è un’immersione con barca, perciò non dovrebbe essere cosa complicata per il sub far prendere il punto per mezzo del GPS. Magari una foto subacquea dell’oggetto da mostrare in Capitaneria. Per i più volenterosi il consiglio di posare una piccola boetta legata ad una cima ed appesantita da un corpo morto. Questa operazione e grazie al punto GPS agevolerà i tecnici della Marina Militare, ad individuare e localizzare il punto esatto della probabile bomba nel più breve tempo possibile.
Giovanni Lafirenze