Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

De-Activate: le riflessioni degli studenti dell’Istituto Comprensivo Umbertide Montone Pietralunga

Categories: Editoriali

Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra: De-Activate

Secondo me è stata un’esperienza molto bella e molto educativa anche perchè questi ordigni possono provocare molti danni e posso portare alla morte. Poi ci ha insegnato che se troviamo cose colorate per terra non bisogna raccoglierle.

Katia

Per fortuna esistono persone che se ne occupano di queste ordigni! Queste persone si chiamano artificieri e disinnescano gli ordigni cioè gli tolgono il dispositivo che li aziona. Ci hanno pure spiegato cosa fare se trovassimo uno ordigno inesploso: per prima cosa non bisogna toccarlo, non bisogna spostarlo e bisogna chiamare subito le forze dell’ordine al 112. Sono rimasto di stucco nel vedere tutte quelle bombe inesplose e ho provato anche un po’ di inquietudine nel pensare cosa sarebbe successo se non le avessero trovate prima. Mi è stato molto utile parlare con persone che si occupano di questo tipo di argomenti, così adesso so cosa fare se ne trovassi uno.

Alessandro C.

Penso sia stata un progetto molto interessante da ascoltare, fa riflettere e ora ho capito che bisogna stare attenti a ogni cosa che possiamo trovare per terra, di avvertire le forze dell’ordine anche se non siamo sicuri che sia un ordigno.

Giada

È stata un’esperienza emozionante perchè ho imparato cose nuove e interessanti, ho scoperto storie che non sapevo sulle bombe inesplose, la storia più interessante è quella che hanno ritrovato 30.000 bombe e munizioni nel fondo di un lago. Ho scoperto anche quante bombe ci sono inesplose ancora attive in tutta Italia.

Christian

Il progetto De-activate nasce per far conoscere ai ragazzi della mia età tutto ciò che c’è da sapere sugli ordigni inesplosi. L’esperto ha spiegato che il progetto ci dà gli strumenti per conoscere gli ordigni inesplosi e su come comportarsi alla vista di un ordigno. Una frase molto bella che ho potuto sentire è stata: “La memoria non è il ricordo del passato, ma la radice del futuro.” La ritengo una frase molto importante, soprattutto per evitare guerre in futuro, ricordando quelle passate. Questo progetto mi è piaciuto davvero, l’ho trovato alquanto interessante, non conoscendo quasi per niente l’argomento; vorrei che venissero proposti più spesso progetti del genere, per aumentare la conoscenza di questi fatti. Putroppo, non si è capito tutto benissimo a causa dei problemi di rete, ma di certo è stato molto istruttivo e penso che dopo questo progetto faremo più attenzione a dove metteremo i piedi!

Martina

I relatori hanno iniziato l’incontro spiegando il motivo di questo progetto: far sì che noi studenti venissimo a conoscenza di questo problema, riconoscere un ordigno inesploso e quindi evitare tragedie. Dal mio punto di vista, questo progetto è stato molto interessante perché ha informato noi studenti di una tematica poco conosciuta e che, secondo me, non viene sufficientemente trattata. Inoltre, mi sono sentito toccato dalle loro esperienze sfortunate perché vivo in una cittadina e spesso vado in campagna dai nonni, andiamo per boschi a piedi o in bici. Con i miei amici andiamo a pesca e poi spesso ci avventuriamo lungo il fiume o andiamo a fare il bagno in estate in luoghi isolati. Ci piace scoprire luoghi non tanto battuti e potrebbe perciò capitare di imbatterci in situazioni di questo tipo. Ora ho imparato che non bisogna sottovalutare la pericolosità di questi ordigni che a prima vista non è facile riconoscere. Ora so che se dovessi avere il dubbio che sia un oggetto pericoloso è preferibile non avvicinarsi troppo e avvertire gli altri di fare altrettanto, non tentare in alcun modo di fare l’eroe cercando di spostarlo e chiamare il 112. Le forze dell’ordine sapranno sicuramente come muoversi. Questo incontro mi ha fatto infine riflettere su come le azioni del passato abbiano ancora serie conseguenze sulla nostra generazione, che delle brutture della guerra ha sentito solo parlare i nostri bisnonni e la televisione. Ora gli eventi di questi racconti mi sembrano più reali e più vicino a me.

Flavio

A parer mio un progetto molto consigliato e interessante, perché oltre a essere un tema di attualità, può anche salvarti la vita. Non è stato pesante e noioso come altre attività, ma appunto appassionante. La parte che mi è piaciuta di più è stata la testimonianza di Nicolas perché ci insegna a non mollare e tenere duro, a non affrontare niente con superficialità.

Gaia O.

Questo tipo di presentazione mi è piaciuta tantissimo perché il loro lavoro è cercare di disinnescare più mine possibili in modo che nessuno si faccia male; apprezzo davvero molto il fatto di salvare vite di persone innocenti che non la riescono a individuare.

Gaia P.

Questi ordigni inesplosi, ti cambiano la vita in pochi minuti, infatti in una pagina che ha proiettato il relatore c’era scritto “NON TOCCARE, RICONOSCERE, CHIAMARE LE FORZE DELL’ORDINE” cioè le azioni da fare quando si trova un ordigno inesploso. Questo incontro mi è piaciuto molto, perchè mi ha fatto scoprire questi accadimenti che non conoscevo, è stato veramente interessante e pieno di notizie nuove, per farci anche capire quanto siamo fortunati a vivere ora, in un mondo con problemi più piccoli rispetto alle sventure di quei tempi di guerra e fame. Spero di rifare un altro incontro di questo tipo, sempre parlando di queste tematiche interessanti, per farci conoscere ancor meglio la vita durante le guerre.

Diana

Con questa interessantissima conferenza ho conosciuto questa triste realtà e ho capito che andando semplicemente nel bosco si rischia di perdere arti oppure di morire. Sicuramente adesso sarò più al sicuro conoscendo come è fatto un ordigno, sapendo che molti di essi possono essere colorati per attirare i bambini. Ora so cosa fare nel caso trovassi un ordigno. Gli artificieri fanno un lavoro pericoloso ma importantissimo per il nostro territorio ripulendolo da tutte quegli strumenti di morte.

Niccolò

Questa conferenza non solo ci ha fatto conoscere nuovi argomenti, ma ci ha fatto capire che bisogna diffondere le notizie per poter ricordare. Oggi, la guerra è concepita solo come un videogioco, dove tutto può ritornare come prima con un ‘play again’. Bisogna capire invece che le azioni che si commettono hanno conseguenze irreparabili e non si può ritornare indietro, soprattutto quando diventeremo noi il governo del futuro. Per questo mi è capitato di pensare: “E se succedesse così anche quando noi saremo adulti? E se noi, con queste azioni irresponsabili iniziassimo la Terza guerra mondiale? Se noi diventiamo il futuro, avendo sempre vissuto in un mondo di carta, al minimo problema cosa faremo?”. Non possiamo vivere pensando solo a noi, ma dobbiamo conoscere ciò che è successo nel passato, perché non succeda mai più, perché anche se è finita la guerra ha lasciato come un’impronta sui territori, con gli ordigni non esplosi, che sono rimasti intatti per cento anni, racchiudendo oltre che polvere da sparo tutto l’odio rimasto in quella trappola mortale. Se facessimo anche noi un nuovo conflitto, rimarrebbe di sicuro un segno della guerra che potrebbe causare un nuovo danno alle generazioni dopo di noi e, forse, a quelle dopo ancora. “La memoria non è il passato come si crede, ma è la radice forte, viva del futuro” come disse Andrea Camilleri per poter lasciare anche lui un messaggio, di non ricommettere gli stessi errori del passato e influire negativamente nel futuro, non dobbiamo ripetere queste orribili azioni anche per coloro che sono stati feriti da ordigni inesplosi e oggi si battono per fare in modo che quello che è accaduto a loro non accada ad altri.

Ludovica

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