di Franco Mondini
Sono emersi dal nulla ieri mattina, forse per la siccità che ha abbassato i livelli delle rogge e dei rigagnoli di campagna. Eccoli d’incanto ricomparire tra il fango e l’acqua ferma: chi li ha esaminate da vicino non esclude che siano stati abbandonati volutamente. Un gesto che potrebbe portare la firma di chi li ha trovati accidentalmente durante i lavori di aratura in campagna. Ma si ipotizza pure – e questo è preoccupante – che possano essere ordigni recenti. Per il momento, quei due proiettili a forma di missile color verde, con la punta rossa, trovati ieri mattina a Calcinato, restano un mistero e vengono sorvegliati giorno e notte. E non sarà facile per chi indaga capire come siano finiti lì, a pochi metri da una rampa che termina in acqua. COMPITO dei carabinieri e degli artificieri di Brescia e di Cremona sarà stabilire innanzitutto il tipo di ordigno. Da una prima valutazione è probabile che si tratti di granate di artiglieria, ma il calibro è da definire con precisione: lo si saprà meglio una volta che saranno issati sulla terra. Da appurare anche il periodo di fabbricazione e la nazionalità di questi ordigni che sembrerebbero abbastanza recenti, non certo residuati. È da accertare soprattutto se siano ancora attivi, quindi pericolosi e se possano essere fatti brillare sul posto o debbano essere svuotati da mani capaci. Ma i quesiti non finiscono qui: nei prossimi giorni, con l’arrivo degli esperti del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona della «Col di Lana», dovrà essere capito anche da dove i due ordigni provengano e come possano essere finiti nella roggia. Il fango ieri mattina non ha permesso di effettuare un accurato controllo e di toccare gli ordigni. Da valutare prima di tutto i rischi legati a un possibile scoppio dovuto a un eventuale spostamento, rischio da non sottovalutare. Da una prima analisi mancano le ali che contraddistinguono le bombe sganciate dagli aerei e quindi prende corpo l’ipotesi che si tratti di granate di artiglieria. E il colore farebbe pensare che non siano residuati bellici. L’AREA POCO distante da un campo di calcio e dalla pista ciclabile è stata transennata dai carabinieri a metà mattina e resta sorvegliata per tenere lontano i curiosi. Il fiume Chiese scorre placido e con poca acqua a poche decine di metri. Un’area scelta da chi ama passeggiare tranquillo a piedi o in sella a una due ruote. L’allarme è scattato ieri mattina attorno alle 8 quando proprio una persona che stava camminando in campagna nel transitare accanto alla roggia poco distante dalla pista ciclabile e dalla caserma dei carabinieri di Calcinato ha scorto sotto il pelo dell’acqua le sagome dei due ordigni. Inconfondibile la forma a ogiva notevolmente allungata. L’«AVVISTATORE» si è subito diretto in caserma e ha segnalato l’insolito rinvenimento. I carabinieri di Calcinato hanno allertato i colleghi della compagnia di Desenzano che hanno appurato che il sospetto era fondato. Sono così intervenuti dopo un’ora gli artificieri in forza alla caserma Masotti di Brescia. «Dovrebbe trattarsi proprio di ordigni», è stato detto, senza aggiungere di più. E da Brescia la palla è così rimbalzata agli artificieri cremonesi. La lunghezza è di oltre un metro e 15 centimetri e il peso stimato di almeno 60 chili. La domanda è come mai siano finiti lì, in campagna, dove gli anziani del paese non ricordano bombardamenti. Verranno sentiti oggi anche gli operatori del Consorzio medio Chiese e alcuni contadini per accertare se in passato ci siano stati o meno altri ritrovamenti di ordigni bellici. Dato il peso e il volume chi potrebbe aver depositato le due bombe con il rischio di deflagrazione nella roggia dovrebbe aver utilizzato una ruspa o un muletto, ricorrendo allo scivolo che facilita l’accesso all’acqua. Per ora un autentico giallo. Fonte: http://www.bresciaoggi.it/territori/citt%C3%A0/dalla-roggia-riemergono-due-missili-1.4595485
Foto: bresciaoggi.it