Di Roberto Travan
L’ultima bomba, in Valsusa, è esplosa un paio di mesi fa: una Breda 35, residuato bellico della Seconda Guerra mondiale. L’hanno scovata tre amici a Venaus, in una baita abbandonata. Era arrugginita, incrostata di terra, sembrava inoffensiva. Invece è saltata, le schegge hanno strappato una mano, la vista (e il futuro) di Nicolas, 16 anni, ferito gli altri due. Quel fatto – e quella granata – sono diventati il «testimonial» della campagna lanciata dalla Comunità montana per prevenire nuovi scoppi accidentali, altre vittime innocenti. Nelle scuole della Val di Susa saranno infatti distribuiti manifesti che permetteranno di riconoscere (ed evitare) gli ordigni inesplosi, triste e pericolosa eredità del nazifascismo di cui, a quasi settant’anni dalla Liberazione, non siamo ancora riusciti a liberarci.
Foto: La Stampa
Manifesto elaborato dalla comunità Montana Valsusa e Valsangone in collaborazione con Comuni, Anpi, direzioni didattiche e carabinieri.
Fonte:
http://www.lastampa.it/2013/05/07/cronaca/contro-le-vecchie-bombe-hvWNcCZUcMECOJh6WCpynO/pagina.html
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