di Simona Bombonato
CHIAVERANO. A poco più di un metro e mezzo di profondità, verso un’insenatura appartata del lago Sirio poco distante dalla riva, qualcosa di insolito è apparso sul fondo. Una sequenza di forme insolite, tutte uguali. Proiettili della Seconda guerra mondiale. A centinaia, forse migliaia. «Ho visto come una parete di due metri per tre piena di proiettili e poi, quando ho messo a fuoco, una miriade di altri proiettili ancora coperti di alghe sparsi sul fondale, sarà stato un raggio almeno dieci metri». A parlare è un appassionato di immersioni che abita vicino a Ivrea. E che domenica mattina è sceso in solitaria nelle acque del Sirio per riaffiorare poche decine di minuti dopo portandosi appresso una cinquantina di munizioni da mitraglietta calibro sette della Seconda guerra mondiale. Il sub ha consegnato il tutto ai carabinieri di Banchette i quali, vista la frequenza con cui avvengono ritrovamenti di natura bellica nel lago di Chiaverano, hanno invitato chiunque a non prelevare materiale dubbio dal fondo. «In effetti chi può escludere che non vi siano ordigni inesplosi? Mi hanno detto che i proiettili in questione rappresentano un potenziale pericolo solo se esposti a un forte calore. Quindi, lì dove sono rimasti per quasi settant’anni non dovrebbero far male a nessuno». Il luogo del ritrovamento è mantenuto top secret, ovviamente, anche se episodi così, con protagonisti proprio i sub impegnati nelle esercitazioni di rito, non si contano nella zona di Chiaverano. Si dice che nel Sirio i partigiani abbiano buttato armi e munizioni per non finire nelle mani dei tedeschi o per non finirci già condannati a morte. «Si dice, proprio – interviene il sindaco Maurizio Fiorentini –. Un anno fa abbiamo trovato altre munizioni dell’epoca durante la giornata dell’ecologia che avevano organizzato con sub e Legambiente. Ma c’è molto di più là sotto. Ci sono persino delle macchine risalenti agli anni Settanta». A novembre sono state scoperte decine di munizioni per pistola e caricatori per mitraglietta sempre della Seconda guerra mondiale, il tutto adagiato sul fondale assieme a un bidet e un vecchio cassonetto in ferro ancora pieno di sacchetti della spazzatura. Perché quelli, i rifiuti, non mancano mai. E così il repertorio recente segnala anche una carrello per la spesa, di quelli del supermercato, finito là sotto chissà come. Ma il lago ha restituito anche uno scheletro umano. Era il 2004, dieci anni fa, gennaio. A scoprire i resti era stato ancora una volta un sommozzatore, nel corso della tradizionale immersione del giorno dell’Epifania. Le ossa erano contenute in un sacco dell’immondizia adagiato sul fondo, vicino al pontile. Resti di un uomo adulto morto almeno una decina di anni prima con la particolarità inquietante di presentare entrambe le tibie spezzate. Resti che non vennero mai identificati, ma solo ricondotti a una età apparente compresa tra i 35 e i 50 anni. All’epoca non venne escluso nemmeno un possibile collegamento con le messe nere e i riti satanici. In quel periodo infatti i casi di ossa trafugate al cimitero erano aumentati in modo preoccupante. Fonte: http://lasentinella.gelocal.it/cronaca/2014/06/04/news/chiaverano-una-santa-barbara-al-sirio-1.9353582
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