Attualmente un team bcm della ditta CCM
è impegnata in un lavoro di bonifica bellica all’interno della
stazione di Capua. Normalmente questi delicatissimi lavori vengono
svolti in luoghi con caratteristiche diverse: in montagna, tra campi
agricoli pianeggianti, tra i greti di fiumi o torrenti, eccetera,
eccetera. Ma l’attenzione degli addetti ai lavori non muta mai, anzi
ogni giorno che passa, la concentrazione si moltiplica di per se.
Tuttavia quando il lavoro è svolto all’interno di una stazione
ferroviaria all’attenzione, alla concentrazione prevale una
personalissima emozione dovuta a dei fattori esclusivamente storici.
Infatti non esiste in Italia uno scalo ferroviario che non sia stato
bombardato o colpito in altro modo. La stazione a quei tempi andrebbe
vista come luogo di smistamento di materiale d’ogni genere:
vestiario, alimentare, ma sopratutto, per mezzo dei binari si
spostano interi reparti militari. È anche vero che i vagoni
ferroviari distribuivano ai vari fronti di guerra, enormi quantità
di munizioni. Le nostre linee ferroviarie tra il 40 e il 45 hanno
visto e conosciuto le munizioni di mezzo mondo. A gennaio la squadra
Bcm CCM gestita da Pietro (anni e anni d’esperienza) e supervisionata
dal Decimo Reparto Infrastrutture Napoli, inizia le proprie
operazioni di bonifica. Al primo scavo spuntano alcuni ordigni di
piccolo calibro. Pietro non si scompone, lui già comprende cosa gli
riserva quel lavoro, già immagina cosa potrebbe essere sepolto. In
ogni caso l’escavatrice continua il suo lavoro. Passano le ore, i
giorni, le granate sono più di tremila, tutte smaltite, in tempo
reale, dal 21° Reggimento Genio di Caserta. Una mattina la
strumentazione di Pietro indica la presenza di una spaventosa massa
ferrosa. Non possono essere le comunque temibili granate. Pietro teme
la presenza d’ enormi bombe o peggio ancora i famigerati fusti
incendiari. In ogni caso gli uomini di Pietro sono pagati per non
confondere professionalità e paura. Pietro scava e fa scavare. Tra
bombe e granate, dopo un paio d’ore si nota un pezzo di ferro spesso
e tondeggiante, lo sterro manuale continua per tutta la giornata. La
mattina successiva il lavoro riprende. Mentre i genieri di Caserta
non terminano d’eliminare granate, gli uomini CCM sono impegnati a
definire il mistero di quella titanica massa ferrosa. Scava di qua,
scava di la, dopo un paio d’ore Pietro comprende: è la ruota di un
carro ferroviario. Si, è un carro merci, carico di munizioni,
colpito da una bomba nemica e che avrebbe sparso parte del carico
esplodente nel terreno della stazione. Concedetemi una sola
valutazione: Oggi come ieri le munizioni viaggiano caricate nei
convogli composti da molteplici carri merci. La Ccm ha trovato il
primo carro, per logica e senza paura d’esagerare sembra di capire
che tra il ballast di quel vecchio binario ormai in disuso, possano
essere sepolti altri carri, altre munizioni da individuare e per la
sicurezza di ferrovieri, pendolari e cittadinanza da eliminare quanto
prima.
è impegnata in un lavoro di bonifica bellica all’interno della
stazione di Capua. Normalmente questi delicatissimi lavori vengono
svolti in luoghi con caratteristiche diverse: in montagna, tra campi
agricoli pianeggianti, tra i greti di fiumi o torrenti, eccetera,
eccetera. Ma l’attenzione degli addetti ai lavori non muta mai, anzi
ogni giorno che passa, la concentrazione si moltiplica di per se.
Tuttavia quando il lavoro è svolto all’interno di una stazione
ferroviaria all’attenzione, alla concentrazione prevale una
personalissima emozione dovuta a dei fattori esclusivamente storici.
Infatti non esiste in Italia uno scalo ferroviario che non sia stato
bombardato o colpito in altro modo. La stazione a quei tempi andrebbe
vista come luogo di smistamento di materiale d’ogni genere:
vestiario, alimentare, ma sopratutto, per mezzo dei binari si
spostano interi reparti militari. È anche vero che i vagoni
ferroviari distribuivano ai vari fronti di guerra, enormi quantità
di munizioni. Le nostre linee ferroviarie tra il 40 e il 45 hanno
visto e conosciuto le munizioni di mezzo mondo. A gennaio la squadra
Bcm CCM gestita da Pietro (anni e anni d’esperienza) e supervisionata
dal Decimo Reparto Infrastrutture Napoli, inizia le proprie
operazioni di bonifica. Al primo scavo spuntano alcuni ordigni di
piccolo calibro. Pietro non si scompone, lui già comprende cosa gli
riserva quel lavoro, già immagina cosa potrebbe essere sepolto. In
ogni caso l’escavatrice continua il suo lavoro. Passano le ore, i
giorni, le granate sono più di tremila, tutte smaltite, in tempo
reale, dal 21° Reggimento Genio di Caserta. Una mattina la
strumentazione di Pietro indica la presenza di una spaventosa massa
ferrosa. Non possono essere le comunque temibili granate. Pietro teme
la presenza d’ enormi bombe o peggio ancora i famigerati fusti
incendiari. In ogni caso gli uomini di Pietro sono pagati per non
confondere professionalità e paura. Pietro scava e fa scavare. Tra
bombe e granate, dopo un paio d’ore si nota un pezzo di ferro spesso
e tondeggiante, lo sterro manuale continua per tutta la giornata. La
mattina successiva il lavoro riprende. Mentre i genieri di Caserta
non terminano d’eliminare granate, gli uomini CCM sono impegnati a
definire il mistero di quella titanica massa ferrosa. Scava di qua,
scava di la, dopo un paio d’ore Pietro comprende: è la ruota di un
carro ferroviario. Si, è un carro merci, carico di munizioni,
colpito da una bomba nemica e che avrebbe sparso parte del carico
esplodente nel terreno della stazione. Concedetemi una sola
valutazione: Oggi come ieri le munizioni viaggiano caricate nei
convogli composti da molteplici carri merci. La Ccm ha trovato il
primo carro, per logica e senza paura d’esagerare sembra di capire
che tra il ballast di quel vecchio binario ormai in disuso, possano
essere sepolti altri carri, altre munizioni da individuare e per la
sicurezza di ferrovieri, pendolari e cittadinanza da eliminare quanto
prima.
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