ROSIGNANO. Al momento siamo rimasti a quelle undici. Ma i controlli
proseguiranno finché non sarà monitorata tutta la costa dalle Spiagge bianche a
Castiglioncello. Perché non fa stare tranquilli l’idea di poter mettere i piedi
su una mina anticarro. Tutti si affrettano a dire che non c’è questo rischio,
che quelle undici mine inesplose trovate a Vada in località Molino di fuoco
erano sotterrate in profondità (beh, 80 centimetri non è il pozzo di San
Patrizio) e che al termine degli accertamenti qualsiasi dubbio verrà fugato.
Intanto però ci sono questi undici ordigni da eliminare. La prefettura sta
elaborando insieme a polizia e carabinieri un piano che prevede l’impiego del
genio pontieri di Piacenza. Pare che la data individuata per il sopralluogo
degli artificieri sia martedì prossimo, 28 maggio. Cosa faranno? Difficile
dirlo ora, spesso sono decisioni che si prendono sul momento. Le mine
potrebbero essere disinnescate sul posto, portate via o fatte brillare lì dove
si trovano. In quest’ultimo caso il problema sarebbe costituito dal tipo di
spiaggia, ritenuta un po’ troppo stretta, e dal numero degli ordigni. Staremo a
vedere. Nel frattempo ieri le ricerche sono proseguite tra i Punti azzurri e
hanno dato esito negativo. Tra oggi e i prossimi giorni verranno battute le
Spiagge bianche e la zona di Castiglioncello. Dal pontile di Buonaposta alla
Mazzanta è tutto bonificato – assicura Alessandro Balisciano, comandante della
guardia costiera – alla fine della settimana dovremmo avere chiara la
situazione dell’intera costa». A eseguire le indagini è la Abc general
engineering di Firenze, azienda da anni specializzata nella bonifica da ordigni
bellici e nello sminamento. Armati di metal detector, i tecnici in questi
giorni stavano monitorando la spiaggia in previsione di un ripascimento
dell’arenile vadese quando i loro strumenti hanno segnalato la presenza di
oggetti metallici sotto la sabbia. Così hanno scavato, con le mani, e si sono
imbattuti negli ordigni. Erano tutti ammassati nello stesso posto. Si ipotizza
che fosse una cassa di mine, modello “Teller”, stoccata lì dalle
truppe tedesche che, durante la Seconda guerra mondiale, avevano allestito
fortini lungo tutta la costa in previsione di uno sbarco da parte degli
Alleati. Quelle mine sarebbero state piazzate lungo le retrovie, in modo da
ostacolare l’avanzata degli angloamericani. Poi sono rimaste lì e il legno
della cassa è marcito. «In teoria potrebbero essercene altre – dice ancora
Balisciano- ma per ora non sono state trovate ed è già stata bonificata metà
dell’area prevista». La spiaggia continua a essere interdetta a tutti con
ordinanza del sindaco Alessandro Franchi.(a.d.g.)
Fonte:
http://iltirreno.gelocal.it/cecina/cronaca/2013/05/23/news/caccia-alle-mine-dalle-spiagge-bianche-a-castiglioncello-1.7119303
Foto: il tirreno
Foto: iltirreno.gelocal.it
Foto: Firenze Oggi Notizie
Lascia un commento