ASSOCIAZIONE NAZIONALE VITTIME CIVILI DI GUERRA ONLUS SEZIONE DI VICENZA
Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura, dell’Arte e della Scuola. Medaglia d’Oro al Merito Civile
25/12/1943 15° AF incursione Vicenza
28/12/1943 15° AF incursione Vicenza
30/12/1943 15° AF incursione Vicenza
03/01/1944 12° AF incursione Vicenza
28/01/1944 12° AF incursione Vicenza
14/02/1944 15° AF incursione Vicenza
26/03/1944 RAF incursione Vicenza
02/04/1944 RAF incursione Vicenza
20/04/1944 15° AF incursione Vicenza
14/05 1944 MASAF incursione Vicenza
10/09/1944 15° AF incursione Vicenza
12/10/1944 12° AF incursione Vicenza
12/10/1944 15° AF incursione Vicenza
21/10 1944 12° AF incursione Vicenza
01/11/1944 RAF incursione Vicenza
17/11/1944 RAF incursione Vicenza
18/11/1944 MASAF incursione Vicenza
18/11/1944 15° AF incursione Vicenza
22/11/1944 12° AF incursione Vicenza
26/11/1944 12° AF incursione Vicenza
02/12/1944 12° AF incursione Vicenza
06/12/1944 12° AF incursione Vicenza
09/12/1944 12° AF incursione Vicenza
11/12/1944 12° AF incursione Vicenza
22/12/1944 12° AF incursione Vicenza
26/12/1944 RAF incursione Vicenza
10/01/1944 RAF incursione Vicenza
15/01/1945 RAF incursione Vicenza
18/01/1945 RAF incursione Vicenza
20/01/1945 12° AF incursione Vicenza
22/01/1945 ? AF incursione Vicenza
31/01/1945 12° AF incursione Vicenza
04/02/1945 12° AF incursione Vicenza
08/02/1945 12° AF incursione Vicenza
09/02/1945 12° AF incursione Vicenza
15/02/1945 12° AF incursione Vicenza
23/02/1945 12° AF incursione Vicenza
26/02/1945 12° AF incursione Vicenza
28/02/1945 12° AF incursione Vicenza
11/03/1945 12° AF incursione Vicenza
12/03/1945 12° AF incursione Vicenza
13/03/1945/12° AF incursione Vicenza
18/03/1945 12° AF incursione Vicenza
Treschè Conca: 15/10/1943
Treschè Conca: 26/10/1943
Albettone: 28/12/1943
Bassano del Grappa: 04/01/1944
Cismon del Grappa: 05/02/1944
Barbarano Vicentino: 08/02/1944
Valdagno: 02/04/1944
Valdagno: 14/05/1944
Tretto: 11/07/1944
Palazzolo: 23/07/1944
Fontaniva, Montebello Vicentino: 31/08/1944
Laghi: 04/09/1944
Valdagno: 09/09/1944
Rotzo: 07/10/1944
Grisignano di Zocco: 25/10/1944
Lonigo: 31/10/1944
Sarego: 31/10/1944
Solagna, Rossano Veneto, Pove del Grappa, Cassola, Cismon del Grappa: 05/11/1944
Gambellara: 13/11/1944
Vicenza, Asiago, Arcugnano, Bolzano Vicentino, Breganze, Bressanvido, Caldogno, Camisano Vicentino, Carrè, Castelgomberto, Chiampo, Chiuppano, Cornedo Vicentino, Costabissara, Creazzo, Dueville, Gambugliano, Grumolo delle Abbadesse, Marano Vicentino, Mason Vicentino, Montecchio Precalcino, Montegaldella, Monteviale, Monticello C. Otto, Quinto Vicentino, San Germano dei Berici, Thiene, Zugliano: 18/11/1944
Treschè Conca: 22/12/1944
Valstagna: 29/12/1944
Vicenza: 04/01/1945
Montecchio Maggiore: 08/01/1945
Tezze sul Brenta, Fontaniva: 09/01/1945
Rossano Veneto: 23/01/1945
Montecchio Maggiore: 17/02/1945
Valdagno: 19/02/1945
Pievebelvicino: 06/02/1945
Sossano: 12/02/1945
Schio, Santorso, San Vito di Leguzzano, Pievebelvicino: 14/02/1945
Arzignano: 19/02/1945
Montegalda: 22/02/1945
Cismon del Grappa, Grisignano di Zocco: 23/02/45
Lusiana: 24/02/45
Romano D’Ezzelino: 09/03/1945
Grisignano di Zocco: 11/03/45
Montecchio Maggiore: 18/03/1945
Sandrigo: 19/03/1945
Quinto Vicentino: 22/03/1945
Sossano:24/03/1945
Torri di Quartesolo: 25/03/1945
Grisignano di Zocco: 31/03/1945
Vicenza: 01/04/1945
Recoaro Terme: 10/04/1945
Pievebelvicino, Recoaro Terme: 20/04/1945
Schiavon: 22/04/1945
Grisignano di Zocco: 23/04/1945
Torri di Quartesolo, Rosà, Montorso: 24/04/1945
Orgiano:25/04/1945
Pojana Maggiore, Gambellara: 27/04/1945
Fontaniva:28/04/1945
Rossano Veneto: 29/04/1945
Valdagno: 05/04/1945
Valdagno: 10/04/1945
Valdagno: 20/04/1945
Valdagno: 26/04/1945
Vicenza, Valdagno: 27/04/1945
Valstagna: 29/12/1944
Testimoni dal passato: “Vidi morire mia madre”
(Andrighetto Maria Luisa Invalida Civile di Guerra ed Orfana)
Eccomi a scrivere qualcosa che fino a questo momento mi è costato fatica. Scrivo per farla conoscere a chi non ha passato questa triste esperienza perché capisca cosa è stata la guerra del 1940/1945. Mi chiamo Maria Luisa Andrighetto. Avevo allora 10 anni e ricordo bene che durante la mia infanzia sentivo parlare di distruzioni, di guerra e di morte. In quegli anni si doveva vivere con la “tessera degli alimenti”, erano i tempi dell’oscuramento notturno e di notte passavano i ricognitori: specialmente “Pippo”, era come un’ossessione. Si viveva in un clima teso; anche se eravamo bambini. C’era sempre in noi la paura che arrivasse qualcosa che noi temevamo. E arrivò. Alle incursioni aeree non ci si abitua; anche se tante, troppe volte passavano sopra di noi le flotte dei bombardieri con i loro carichi di morti e le sirene con il loro lugubre suono ci ammonivano con la loro imminente presenza. Noi tutti allora scappavamo allora spaventati nei rifugi, così come ci si trovava, con pochi stracci addosso anche se faceva già freddo.
Come se fosse ieri ricordo la sera del 17 novembre 1944 quando le bombe iniziarono a cadere per la prima volta anche da noi. Fu spaventoso. Sembrava che la terra venisse a mancare sotto i piedi; lo spostamento d’aria dava l’impressione di soffocare. Quando sembrava finito; ecco un’altra ondata fortissima e ancora panico e paura. Poi passò, ma chi poteva stare calmo e pensare di andare a dormire dopo quello che era successo? Il mattino seguente c’era un clima di disperazione; sui volti delle persone si leggeva la paura e ci si chiedeva chi avesse avuto danni o peggio ancora dei morti. Nel trascorrere della mattina ecco che ancora le sirene si fecero sentire e i bombardieri a flotte già apparivano nel cielo: inutile dire che fu la continuazione della sera precedente, un vero inferno e fu strage per tutti noi. Tra una ripresa e l’altra del bombardamento, io fuggì da quel piccolo riparo che mi ero trovata in quel momento assieme ad altre persone e a pochi passi vidi mia madre bocconi per terra. Con un terribile presentimento la presi per le braccia e gridando cercai di rialzarla. Ma non potevo, mi mancavano le forze; lei non si muoveva e mi accorsi con orrore che era morta. Fui io a vederla così ferita e sanguinante, mai potrò dimenticare quel momento, mai più.
Correvo disperata per recarmi nel nostro vicino rifugio, mentre le bombe fischiavano cadendo intorno da ogni parte tremendamente. Finalmente arrivata, presi un po’ di fiato. Lì c’erano alcuni vicini e conoscenti e tutti in preda all’angoscia a chiedere notizie dei loro familiari.
Non ci si poteva muovere in quell’inferno: fu allora che mi accorsi di essere rimasta ferita. Sentivo il sangue scorrere giù per il corpo, mi osservai e mi vidi bruciato il vestito; avevo riportato una ferita alla coscia con ritenzione della scheggia e poi un’altra a petto di striscio: mi aveva colpito una costola e uscendo immediatamente aveva provocato una lesione al seno.
Mi hanno portato in ospedale su una canna di bicicletta, ma in ospedale non c’erano più posti. Durante il tragitto vidi tanti morti per terra; il giorno stesso mi dissero che andavano a raccoglierli con il carretto. Dopo un giro più o meno lungo trovai un posto a sedere in un ospedale di fortuna e in mezzo a quella confusione dovetti aspettare molto tempo prima di essere medicata, perché i medici curavano i più gravi; infatti molti morirono dissanguati. Incominciarono a passare i giorni e il mio pensiero era sempre quello di potermi muovere e tornare a casa a vedere mia madre, volevo a tutti i costi vederla e andare al suo funerale. Purtroppo fu tutto inutile. Le mie condizioni non me lo permettevano.
Con il cuore colmo di disperazione mi dovetti rassegnare al mio destino e piangere: solo quello potevo fare. Stavo veramente male, ero febbricitante e in preda a emorragia e ogni tanto pensavo “Mamma vengo con te”. Finalmente passò novembre e poi dicembre con il Natale più triste della mia vita e verso la metà di gennaio fui dimessa dall’ospedale.
Ora dopo tanti anni, ancora tante volte mi chiedo: a che serve la guerra? È stata mai capace di risolvere qualcosa? No, solo questa è la realtà. Per tutti quelli che l’hanno vissuta come me ha dato frutti tremendi: distruzione e morte.
Andrighetto M. Luisa, Vicenza, Vidi morire mia madre, in Cari giovani, vi racconto la guerra 1944-1945. Il racconto dei protagonisti, a cura di Giulia Cananzi, in “Messaggero di Sant’Antonio”, periodico mensile a cura dei frati minori conventuali Basilica del Santo (Padova), Anno XCVII, n®7/8, luglio/agosto 1995,pp.12-13.
10 gennaio 1945
Mi chiamo Torresin Francesco e sono nato a Bassano del Grappa l’11 Ottobre del 1932.
Per parlare di me e della mia storia devo tornare indietro nel tempo e raccontare la storia dei miei genitori Antonio e Lucia Scalco.
Da giovani essi lavoravano a servizio del Conte Alessandro Vanzo Marcante. Lavorando fianco a fianco si innamorarono e decisero di sposarsi. Il Conte uomo generoso e lungimirante diede loro una fattoria dove vivere e 20 campi a mezzadria.
Dopo qualche anno nacque Maria che visse solo 3 anni. A lei seguirono Francesca (1929), Mario (1930), il sottoscritto, Maria (1934), Giovanni (1936), Bertilla (1937), Imelda (1942). Eravamo una famiglia serena dedita al lavoro e allo studio, il lavoro dei campi ci consentiva di essere nutriti e tranquilli.
Il 10 Gennaio del 1945 ero a scuola, suonò l’allarme e la nostra maestra decise che era il caso di mandarci a casa. Sei aerei giravano nel cielo sopra noi e io mi nascosi nelle piccole trincee costruite lungo la strada. Al terzo giro gli aerei si sono lanciati in picchiata e hanno mitragliato e bombardato per 300 metri lungo la strada e l’adiacente ferrovia. Il loro scopo era bloccare le truppe tedesche. Quando finirono i bombardamenti corsi, facendo una scorciatoia, verso casa di mia zia che stava poco lontano. Mentre ero lì vedemmo il cane di mio padre, ed era strano vederlo da solo! Lo seguimmo e dall’alto di una piccola collinetta vedemmo la casa bombardata. In serata fui messo al corrente che in quel bombardamento avevo perso non solo la casa, ma la Mamma il Papà e tutti i miei Fratelli. Essi erano tutti in casa perché era suonato l’allarme che segnalava i mitragliamenti e non quello che segnalava i bombardamenti, ed era normale in quei casi rifugiarsi nei punti più sicuri della casa lontano da finestre e porte. Purtroppo fu un bombardamento e la casa venne pesantemente colpita e rasa al suolo con tutto il suo carico umano. Lascio a Voi immaginare la mia disperazione!
Rimasi con la zia un po’ di tempo.
Molti conoscendo la mia storia vollero adottarmi, fra loro, un paio di coppie di Bassano del Grappa e una di Cartigliano. Il cuore, o Nostro Signore, mi fece scegliere la famiglia di Cartigliano.
Seppi poi, che essi erano stati al servizio del Conte Vanzo, e che sempre grazie a lui ebbero la possibilità di vivere in un quarto di “Villa Cappello” a Cartigliano, e tenere a mezzadria 15 campi. I miei nuovi genitori si chiamavano Primo Torresin (come me pur non essendo parenti) e Maria Borso.
Essi furono per me genitori attenti e premurosi. La prima fase della mia vita si era conclusa tragicamente, ma con loro se ne era aperta un’altra molto bella e completa. A scuola ì, quando tornai, ricominciando dalla 5 elementare, raccontai la mia storia e fra i miei compagni c’era una ragazzina che ascoltandola pianse. Ella diventò 10 anni dopo la mia sposa. Negli anni spesso andavo a vedere la casa dove avevo perso la mia famiglia. Oggi c’è una targa che ricorda tutti i componenti. Nel tempo il Prof. GioBatta Sesso Davico ha scritto la mia storia, e da lì un nuovo capitolo si è aperto Molte persone si interessano a ciò che mi è accaduto. Persino la Rai, che mi invitò in una delle sue trasmissioni più popolari: “Piazza Grande”, dandomi la possibilità di raccontarla a tutti. Da qualche anno il giorno della memoria vado a raccontare ai ragazzi delle scuole la mia storia. Sono stato ospite delle scuole di Cartigliano, Pove del Grappa, Bassano del Grappa, Tezze sul Brenta e Nove.
Continua…