Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Bomba day, gli esperti: «Città molto fortunata 70 anni fa, perché se fosse esploso, tale ordigno, avrebbe raso al suolo un quartiere

Categories: Bonifica perché

di di Roberta Labruna
VICENZA – Ora la bomba non fa più paura: tutto è filato liscio per i 27.000 vicentini sfollati. Si chiude così, con le campane delle chiese della città che suonano a festa, una giornata che non si potrà dimenticare. Nel raggio di due chilometri e mezzo dal Dal Molin sono rimasti solo gli artificieri del Genio Guastatori di Trento. L’operazione di disinnesco non è stata una passeggiata e il rischio che quella bomba esplodesse è stato ridotto ma c’era. Basti dire che il disinnesco di ieri è stato classificato come uno dei più complessi di sempre in Europa e che ciò che hanno compiuto ieri i militari dell’esercito per renderla inoffensiva farà scuola per l’intera Nato. E sono proprio loro, gli artificieri, i protagonisti assoluti della giornata. A prendere la parola per primo è il capitano Salvatore Toscano, che di esperienza sul campo ne ha molta e si capisce subito. È stato lui a guidare, da una distanza di cento metri, i due uomini che materialmente hanno messo le mani sulla bomba: il primo maresciallo Massimo Careddu e il sergente Francesco Loiodice. Tutto è stato studiato e pianificato nel dettaglio e tutto si è svolto senza incertezze e senza intoppi: si è provveduto, come spiega il capitano Toscano, alla separazione fisica degli organi innescanti. Tre. Tutti armati. Separati dal corpo della bomba, che al suo interno conteneva 1300 chili di una miscela di ammonio nitrato ed alluminio.
«Un ordigno particolarmente aggressivo». Con una particolarità: una delle spolette toccava quasi il detonatore. «Vicenza è stata molto fortunata settant’anni fa». E anche ieri. Perché fosse esplosa, la bomba, avrebbe raso al suolo un intero quartiere. Ma per fortuna «è finita bene», dice un finalmente sorridente Variati. «Abbiamo lavorato per i cittadini e devo ringraziare tutti quelli che hanno permesso che tutto andasse nel migliore dei modi». Un grazie a Vicenza, via sms sul cellulare del sindaco, arriva anche dal premier Matteo Renzi.
Fonte: http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=652556&sez=NORDEST&ssez=VICENZA

http://foto.ilgazzettino.it/

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