U.N. spokesman Stephane Dujarric said in New York that “the number of civilian casualties, and attacks on civilian property and infrastructure, are worryingly on the rise.” Ghassan Salame, the U.N. envoy for Libya, briefed the Security Council behind closed doors from the Libyan capital, Tripoli, and told members he was very concerned at the proliferation of weapons.
Fonte: globalnews.ca
La guerra del Generale Khalifa Haftar continua a produrre lutti e instabilità politica in Europa nel mondo. Le milizie di Haftar giunte alla terza settimana di combattimento di fatto hanno logorato se stesse. Regno Unito, Germania e Italia al pari delle Nazioni Unite, chiedono la fine dell’incredibile quanto inutile conflitto che appare semplicemente una ricerca del potere. Stati Uniti, Russia e Francia, (che cerca un ruolo importante nella risoluzione del conflitto) per il momento restano in attesa di ulteriori sviluppi. Intanto dal Ciad e dal Sudan c’è chi potrebbe approfittare di questo del caos bellico per compiere azioni “criminose”. Stesso discorso per ciò che resta dello stato islamico che potrebbe riorganizzare in Libia cellule terroristiche. Concreto il pericolo che jihadisti potrebbero nascondersi tra rifugiati, sfollati e migranti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia che i morti a causa del conflitto risultano 205. L’ONU dichiara che gli attacchi su strutture civili sono in aumento. Per il momento un’unica certezza in questo conflitto i veri vincitori ancora una volta risultano i venditori d’armi.
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