01/05/2014
Alsazia. Ai piedi dei monti Vosgi
Hartmannswillerkopf durante la prima guerra mondiale truppe francesi
e tedesche sono state impegnate in tremende e sanguinose battaglie.
Attualmente gruppi di bonificatori (demineur) si occupano dell’area
ribattezzata “Vieil-Armand da Hairy”. Il capo nucleo al
giornalista della République racconta parte della propria
esperienza:
Alsazia. Ai piedi dei monti Vosgi
Hartmannswillerkopf durante la prima guerra mondiale truppe francesi
e tedesche sono state impegnate in tremende e sanguinose battaglie.
Attualmente gruppi di bonificatori (demineur) si occupano dell’area
ribattezzata “Vieil-Armand da Hairy”. Il capo nucleo al
giornalista della République racconta parte della propria
esperienza:
“La
Prima Guerra Mondiale è stata un laboratorio per nuove munizioni da
impiegare nei campi di battaglia. Con il tempo, gli stalli, la
mancanza di materia prima, sono stati impiegati materiali
improvvisati. Dopo 100 anni l’Alsazia vive su un tappeto di
pericolosissimi ordigni inesplosi”. A dire del centro sminamento di
Colmar il 20% delle munizioni utilizzate nel primo conflitto mondiale
non sarebbero esplose. Sempre il capo nucleo sminatori, Didier
Schahl: “si lavora 7 giorni su 7. ogni anno sono smaltite venti
tonnellate di ordigni d’ogni tipo. Il nostro è un lavoro senza fine.
Nel 1981 sei bambini che manipolavano una bomba da mortaio nel
cortile della loro scuola Bremmelbach (Bas-Rhin), sono stati uccisi
dall’istantanea esplosione. Anche se l’involucro della bomba appare
fatiscente, l’esplosivo custodito all’interno, in realtà non perde
la capacità di detonare, anzi in alcuni casi potrebbe diventare più
sensibile, rispetto alla stato di origine.
Prima Guerra Mondiale è stata un laboratorio per nuove munizioni da
impiegare nei campi di battaglia. Con il tempo, gli stalli, la
mancanza di materia prima, sono stati impiegati materiali
improvvisati. Dopo 100 anni l’Alsazia vive su un tappeto di
pericolosissimi ordigni inesplosi”. A dire del centro sminamento di
Colmar il 20% delle munizioni utilizzate nel primo conflitto mondiale
non sarebbero esplose. Sempre il capo nucleo sminatori, Didier
Schahl: “si lavora 7 giorni su 7. ogni anno sono smaltite venti
tonnellate di ordigni d’ogni tipo. Il nostro è un lavoro senza fine.
Nel 1981 sei bambini che manipolavano una bomba da mortaio nel
cortile della loro scuola Bremmelbach (Bas-Rhin), sono stati uccisi
dall’istantanea esplosione. Anche se l’involucro della bomba appare
fatiscente, l’esplosivo custodito all’interno, in realtà non perde
la capacità di detonare, anzi in alcuni casi potrebbe diventare più
sensibile, rispetto alla stato di origine.
Campagna sensibilizzazione sul tema
ordigni inesplosi promossa dall’ANVCG |
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