Pubblicato sul Giornale di Vicenza del 9 settembre 2004
È partito il delicato intervento all’ex scalo merci dove passerà l’arteria di accesso alla città
STAZIONE AI RAGGI X PER LE BOMBE
Operazioni di bonifica in più fasi su una superficie di 47 mila metri
Questo Articolo proviene dal Dott. Luca Valente
AAA bombe d’aereo cercansi. Non è lo strampalato annuncio di un collezionista di materiale bellico, ma uno slogan scherzoso per definire il mestiere dei “bonificatori” da un paio di giorni all’opera alla stazione di Schio.
Sono da poco ripresi, infatti, i lavori nell’ex scalo merci per la realizzazione della nuova arteria di accesso alla città. Un’area a ridosso della linea Vicenza-Schio e della stazione ferroviaria, luoghi che furono oggetto di bombardamenti e mitragliamenti durante la 2ª Guerra mondiale. Ecco perchè si è reso necessario procedere alla bonifica bellica prima di proseguire nella realizzazione della pista ciclabile e nei lavori di sbancamento della strada in trincea: per quanto remota esiste la possibilità che qualche ordigno sia rimasto interrato e inesploso.
Da lunedì sono all’opera sulla vasta area, ben 47 mila metri quadri, quattro uomini di una ditta, specializzata in bonifiche belliche. Un lavoro certosino il loro, cominciato con un primo sbancamento superficiale, profondo 30 centimetri, per rimuovere i numerosi detriti metallici e non presenti nell’area, soprattutto bulloni e materiali di provenienza feroviaria.
La bonifica vera e propria si divide in più fasi: gli operatori stanno ora procedendo ad un’analisi dell’area del cantiere fino ad un metro di profondità, segnando i rilevamenti sospetti con delle “x” e delle frecce tracciate in vernice rossa sul terreno. In momenti successivi si procederà ad un sondaggio più accurato, utilizzando unitamente ai radar mezzi meccanici di trivellazione, la cui portata raggiunge in successione i 3, 5 e 7 metri di profondità.
Per il team è un lavoro di routine, essendo già intervenuti in parecchie situazioni similari in giro per l’Italia, anche all’interno di complessi ferroviari. Gli operatori sono addestrati dall’Esercito: per conseguire il brevetto di “Rastrellatore Bcm” (Bonifica campi minati), devono aver seguito un apposito corso istituito dal Genio militare.
«Naturalmente noi speriamo di non imbatterci in alcuna bomba inesplosa -spiega il responsabile del cantiere, l’ing. William Michelazzo dell’impresa Carron di S. Zenone degli Ezzelini-: per ora sono venuti alla luce vasche di calcestruzzo, pezzi di binari ferroviari, vecchi cavi telefonici, vario materiale ferroso. Per la realizzazione del sottopasso ciclopedonale che collegherà l’area con via Vicenza, comunque, dovremo procedere in modo diverso, ovvero con una scavo sotto ai binari assistito passo dopo passo dai bonificatori».
Se qualche residuato bellico dovesse essere rinvenuto, i bonificatori faranno immediata denuncia ai carabinieri: gli uomini della ditta sono autorizzati a portare alla luce eventuali ordigni, ma l’eventuale brillamento sul posto è compito che spetta agli artificieri dell’Esercito.
TANTI GLI ATTACCHI ALLA FERROVIA NEGLI ULTIMI MESI DEL CONFLITTO
Stazioni, treni merci, depositi, binari: l’offensiva aerea alleata che si dispiegò sul territorio vicentino negli ultimi mesi della 2ª Guerra mondiale fu sovente indirizzata contro obiettivi ferroviari. Anche lo scalo di Schio fu preso di mira: non furono grosse azioni offensive, paragonabili a quelle subite dalla stazione ferroviaria di Vicenza, ma continui piccoli attacchi condotti dall’aviazione tattica alleata, quasi sempre da cacciabombardieri P-47 Thunderbolt.
Il primo attacco alla stazione scledense fu portato da quattro velivoli domenica 19 novembre 1944: i danni si limitarono a due serbatoi d’acqua sforacchiati. Domenica 26 novembre toccò alla linea ferroviaria Schio-Asiago ad esser colpita, poco fuori la città, mentre giovedì 21 dicembre i cacciabombardieri mitragliarono il treno Schio-Rocchette, facendo vittime tra gli operai che si recavano a lavorare alla Todt. L’anno si chiuse con la bomba sganciata sullo scalo merci venerdì 29 dicembre 1944, alle 5 del mattino, che esplose sopra una catasta di pali.
Nel pomeriggio di martedì 2 gennaio 1945 Schio venne attaccata con lunghe raffiche da quattro cacciabombardieri alleati, che ridussero ad un colabrodo una locomotiva in manovra. Domenica 4 febbraio, in tarda mattinata, gli aerei presero di mira nuovamente la zona della stazione: secondo i testimoni dell’epoca le due bombe indirizzate sul casello ferroviario confinante con la Fomit non esplosero. Sabato 24 febbraio l’ennesimo mitragliamento ebbe come obiettivo ancora lo scalo ferroviario.
Il 4 marzo 1945 un convoglio di venticinque carri, in sosta in stazione, fu a lungo mitragliato: cinque vagoni risultarono seriamente danneggiati. Il 19 marzo la stessa sorte capitò a sei carri merci e a sei carrozze passeggeri, e il 2 aprile ad altri otto carri merci.
Numerosi furono anche i raid contro altri obiettivi, compresi gli stabilimenti tessili e la fabbrica Cementi: Schio ricorda soprattutto il bombardamento del Lanificio Rossi del 14 febbraio 1945, che fece 11 morti e 68 feriti.
Un deposito di bombe della I guerra mondiale è stato trovato in seguito a scavi edili
Una polveriera a Udine est
Almeno 50 ordigni – La zona ora dovrà essere controllata e bonificata
Pochi metri sotto terra sono stati scoperti – per ora – almeno cinquanta ordigni di vario genere, ma si presume che possano esserne trovati altri: tre tipi diversi di bombe a mano (tra questi anche alcune di modello Sipe), bombe per cannone di 75 millimetri e materiale bellico che meglio sarà catalogato nelle prossime ore, quando giungeranno sul posto anche gli artificieri (è stato informato il reparto speciale dei carabinieri di Vittorio Veneto, che nei prossimi giorni provvederà a inviare il personale). Nel frattempo, l’intera area sarà presidiata giorno e notte dai carabinieri e dalla Polizia per evitare che curiosi si avvicinino al cantiere e in attesa di verificare l’eventuale pericolosità del materiale ritrovato (sotto sequestro anche una discarica dove nei giorni scorsi sono stati portati alcuni camion di terra ricavata dallo scavo e che potrebbe contenere altri residuati bellici). Dalle prime indicazioni, lo stato di logorio delle bombe sarebbe tale da renderle inoffensive, ma tutte le precauzioni sono d’obbligo per tutelare l’incolumità della popolazione.
Attualmente non ci sono problemi per la sicurezza delle persone, come è stato garantito anche dalle Forze dell’ordine. Si tratterà, invece, nei prossimi giorni, di organizzare le operazioni di brillamento che potrebbero essere effettuate in un altro luogo, più sicuro e lontano dalle abitazioni.
Potrebbe trattarsi di un vero e proprio deposito. Si presume infatti che alla fine del periodo bellico del ’15-’18 in quell’area, che allora era in aperta campagna e che soltanto di recente ha assistito a un importante sviluppo residenziale, sia stata scavata una buca dove è stato depositato il materiale e quindi coperto da alcuni metri di terra. Per accertare se vi siano altri ordigni non ancora rinvenuti sarà necessario sondare l’intera area. Per questo, sono stati informati gli organi militari competenti che faranno intervenire personale specializzato per setacciare l’area anche con l’utilizzo di appositi escavatori.
L’appezzamento, che era di proprietà dell’amministrazione comunale, è stato recentemente ceduto all’impresa *************, che intende realizzare 4 palazzine per 84 alloggi; inoltre troverà spazio una zona verde con parco giochi per bambini.
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