Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

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Ognuno recita il proprio ruolo, immerso in quella divina sensazione di devozione allo scopo comune: la realizzazione di un'opera d'arte, che anche la bonifica bellica sa idealizzare.

Aidil, il ragazzo che voleva distruggere la bomba

Categories: Editoriali

Rubiyah Gani, un filippino di 12 anni è in casa a Tabuan-Lasa (Basilan), consuma la sua frugale colazione mattutina, la madre è già indaffarata a svolgere le quotidiane faccende domestiche, il padre è in città per ragioni commerciali. Rubiyah si sposta nel giardino, non è recintato, ma s’interseca con la spiaggia del luogo. Alman Abdu un coetaneo e amico di Rubiyah è già in spiaggia, osserva le barche dei pescatori, tra queste è distinguibile quella del padre, un natante da 7 metri, piuttosto colorato, la madre è al mercatino, vorrebbe acquistare piccoli prodotti da sartoria. Aidil Sarahadil è il più grande dei tre amici, 14 anni compiuti da qualche giorno. L’adolescente nonostante l’orario è in compagnia di entrambi i genitori presso l’abitazione del nonno materno il quale soffre di una grave malattia che da qualche settimana costringe l’anziano parente ad aver bisogno di una continua e costante assistenza. In realtà al contrario delle buone intenzioni delle tre famiglie, l’attuale situazione sociale nel Paese non è delle migliori, al fascino paradisiaco del luogo, natura, barriere coralline e tanto altro si contrappone una incredibile violenza armata e senza fine. Alman in spiaggia tra la fine bianca sabbia attende i suoi amici, nel contempo si diverte a raccogliere granchietti. Rubiyah saluta la madre e raggiunge Alman, i due in attesa di Aidil, iniziano a dialogare fra loro. A dire il vero, dal mare sembra giungere una leggera, dolcissima brezza.  Aidil, saluta genitori e nonni e si presta a raggiungere i due amici. La strada da percorrere a piedi non è eccessiva, infatti dopo qualche minuto è con i due amici. Riuniti i tre iniziano a passeggiare in spiaggia: parlano, si divertono, indicano barche lontane, immaginano momenti sempre più magici. Rubiyah, confida ai suoi amici, di quella ragazzina tanto bella. Alman di rimando e con le lacrime sul viso, confessa di rimpiangere un’amichetta che non è più tra loro. Il tempo trascorre tra nuove e vecchie personali rivelazioni che aumentano sempre più l’affetto che nutrono l’uno per l’altro. Il tempo passa, è ora di rientrare, la brezza è diventata vento, i genitori attendono i ragazzi. Alman, ad un tratto nota tra la sabbia due granate inesplose, le osserva, non proferisce parola, lui è al corrente che gli oggetti che vede rappresentano il risultato delle violenze in corso, difatti afferra un ordigno e come se volesse esorcizzare il male che rappresenta con energia lo scaglia in mare. Rubiyah, sorride è contento del gesto dell’amico, si china per raccogliere il secondo ordigno per lanciarlo lui stesso più lontano possibile, ma è anticipato da Aidil che solleva la bomba, compie due passi, posa la bomba su una piccola banchina invasa da sabbia. Il vento aumenta d’intensità, il sole è velato da nuvole di passaggio. Aidil si munisce di un sasso, gli amici al suo fianco osservano i movimenti del 14enne. Aidil con il sasso tra le mani inizia a percuotere violentemente l’ordigno. Alman e Rubiyah non sorridono, sembrano allarmati, hanno paura, terrore, Aidil, sembra incosciente il suo sguardo appare proiettato nel nulla e dal mondo del suo nulla, continua a colpire la granata con il sasso, quest’ultima esplode. Aidil è dilaniato dall’ordigno che forse, idealmente voleva distruggere. Alman e Rubiyah subiscono importanti ferite al volto, al dorso, all’apparato visivo, al sistema uditivo. I tre amici vengono soccorsi e trasportati presso il pronto soccorso di Tabuan-Lasa. Aidil è morto, i due amici nonostante i traumi subiti, forse riusciranno a sopravvivere.

Giovanni Lafirenze

Foto: ec.europa.eu

Fonte: newsinfo.inquirer.net

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Foto: jmu.edu

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