Il 20 settembre il giornale web trentotoday.it lancia la notizia del rinvenimento di una granata d’artiglieria trovata sull’Adamello. Una granata risalente alla prima guerra mondiale. Il cronista del giornale citato spiega ai suoi lettori che gli esperti della Commissione Glaciologica Sat avrebbero: “ispezionato un proiettile da cannone ritrovato nella parte bassa della lingua di ghiacciaio del Mandrone”. I tecnici della Glaciologica Sat entrano nei dettagli: “si tratta di un proiettile del cannone italiano di Cresta Croce. Il nome del pezzo d’artiglieria, 149, si riferisce al diametro interno della canna” Tutto bene, questi tecnici sono davvero bravi e preparati. Il portavoce della Glaciologica Sat continua con un saggio avvertimento: “l’emozione del ritrovamento non devono però far dimenticare a chi si imbatta in reperti del genere che può trattarsi di oggetti anche molto pericolosi: nell’estate 2019 un’escursionista rimase gravemente ferito dallo scoppio di un ordigno inesploso sul vicino ghiacciaio Presena”. Bravissimi, però devo correggere il referente della Glaciologica Sat: Il residuato bellico non scoppia, ma esplode. Quindi la conclusione dell’esperto della Glaciologica Sat: “In casi del genere è bene non toccare il reperto”, (giustissimo), “ma segnalarlo alle autorità competenti come la Soprintendenza ai Beni Culturali“. Questa affermazione non è del tutto esatta in quanto al cospetto di un residuato bellico è necessario allertare subito le Forze dell’Ordine per mezzo del numero unificato. Se poi in questi giorni a mia insaputa sono cambiate le normative chiedo scusa a tutti.
21Set
Adamello, se trovate un residuato bellico non allertate le Forze dell’Ordine ma la Glaciologica Sat
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