MANTOVA, 26 ott. – C’è voluta
tenacia,
pazienza e tanta buona
volontà, ma, alla fine, il
monumento ai
sei artificieri periti durante le operazioni di sminamento del territorio mantovano nel 1946 e 1947 è tornata ad avere il decoro e il rispetto che merita. La
stele di marmo era in un grave stato di abbandono, da molti anni
dimenticata nell’area di San Nicolò dove era stata collocata agli inizi degli anni ’50, all’interno dell’ex
presidio militare dell’Esercito. Grazie, appunto, alla tenacia con cui
Loredana Borelli ha sollecitato l’intervento delle autorità affinché venisse
recuperato e trasferito il monumento recante i nomi dei sei artificieri “
caduti nell’esercizio del proprio dovere“, tra i quali figura suo padre
Enrico, dopo un iter durato quattro anni, da oggi la città di
Mantova offre adeguata accoglienza all’emblema della
dedizione di chi ha sacrificato la propria vita per il bene altrui e della patria. Domenica
26 ottobre, alla cerimonia di ricollocazione del monumento dedicato ai sei
Artificieri, presso i Giardini delle “Vittime e profughi istriani, fiumani e dalmati” a
Porta San Giorgio, hanno partecipato, oltre ai
parenti delle vittime e diversi
cittadini, il sindaco di Mantova
Nicola Sodano, i rappresentanti delle
Associazioni d’arma, di sezioni dell’Associazione
Lagunari Truppe Anfibie, col presidente
Mario Consolini; il presidente del Consiglio comunale
Giuliano Longfils e di quello della Provincia
Simone Pistoni, il sindaco di Poggio Rusco
Sergio Rinaldoni e il Capo di Gabinetto della Prefettura
Giorgio Spezzaferri. E’ stata proprio la
pazienza e la buona
volontà con cui Giuliano
Longfils ha affrontato il problema e superato gli
ostacoli, l’elemento determinante per ottenere la nuova
destinazione della stele marmorea, dopo l’approvazione della sovrintendenza, a Porta San Giorgio.
Quattro anni, dunque, sono passati da quando la Gazzetta di Mantova ne aveva segnalato la presenza, ma,
finalmente, grazie anche all’intervento dell’Associazione Lagunari Truppe Anfibie (ALTA), il
monumento torna a tenere viva la
memoria dei mantovani per il valore dei sei artificieri. L’area di
San Nicolò, a ridosso della sponda destra del
Lago inferiore, dopo aver ospitato il
cimitero ebraico dal 1442 al 1786, è di seguito diventata
arsenale asburgico e napoleonico, campo di
concentramento tedesco, campo di
prigionia gestito dagli
americani,
presidio militare dell’esercito, oggi è inaccessibile in quanto area militare.
Borelli Enrico, Longo Giordani, Franzin Dante, Arcari Alcibiade, Boroni Ermete e Valsinieri Rodolfo sono i nomi incisi sulla colonna commemorativa. A questi è stato affiancato quello di un
altro artificiere mantovano,
Gorzoni Gaetano, che perse la vita a
Bologna nel 1946. Fonte: http://www.altramantova.it/it/cronacaam/mantova-am/5958-a-porta-san-giorgio-la-nuova-collocazione-del-restaurato-monumento-agli-artificieri-mantovani-caduti-nel-1946-47.html
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