Presentato il libro di Efisio Pintor sulle tragiche giornate dei bombardamenti
di Walter Porcedda
CAGLIARI. «I bombardamenti erano quasi sempre di notte, almeno nella
prima parte della guerra. Dormivamo vestiti per fare più in fretta a
correre. Dopo l’allarme andavamo giù di corsa sino a raggiungere i piani
bassi del palazzo. Le persone anziane recitavano il rosario, però tra
un rosario e l’altro cadevano le bombe o si sentivano andare e venire
gli aerei. La gente poi magari ci faceva anche l’abitudine, faceva anche
un po’ di umorismo; ricordo mia nonna e la vecchia domestica recitavano
una specie di litania invocando i santi… a un certo punto la donna
d’aiuto, dopo uno scoppio più forte ha detto “Sant’Efis agittoriu!” e
mia nonna la rimproverò: “No chi cussu est unu gherrei, di praxidi sa
gherra!”. Così ricorda Efisio Pintor. Un ricordo in presa diretta
di quelle tragiche giornate che videro le fortezze volanti
anglomericane nella primavera del 1943 fare scempio di uomini, donne e
bambini, cancellare case e palazzi distruggendo il capoluogo regionale. Una
delle tante e vive testimonianze raccolte con certosino e paziente
lavoro di ore e ore di registrazione dal teatrante Pierpaolo Piludu,
attore e ricercatore di memorie, in un imponente lavoro di scavo su
quelle terribili giornate compiuto in collaborazione con la cattedra di
Antropologia dell’Università di Cagliari, ora raccolte in un imperdibile
libro edito da Aipsa, “Cagliari, 1943, la guerra dentro casa” (248 pag.
20 euro) dove oltre ai racconti vivi di decine di cagliaritani chiamati
a ricordare, si affiancano gli scritti dello scrittore Giulio Angioni,
il giornalista Marco Mostallino, un racconto originale di Maria Giacobbe
(“A Cagliari con Glenn Miller”), uno di Piludu (“Casa Puddu”) un
dossier di foto d’epoca e il testo teatrale sempre di Piludu “La guerra
dentro casa” (sarà presentato domani alle 18,30 alla Vetreria da Angioni
e Mostallino con letture di Alessandro Lay e Alessandro Mascia e le
incursioni hip hop di Dr Drer e i Crc Posse). “La guerra dentro
casa” è un documento potente che apre uno squarcio realistico su quegli
avvenimenti del ’43. Una testimonianza popolare viva e palpitante di
umanità che suona come un implacabile atto d’accusa contro tutte le
guerre. Eppure, come in un romanzo conosce anche attimi di ironia,
evocazioni di “tranches de vie”picaresche come la storia di due ragazzi
che al ruscello rubano gli scarponi ai soldati tedeschi. Momenti forti
come quando si rivive la scomparsa dei propri cari, o segnalano lo
sgomento e il vuoto atroce della perdita nel racconto di chi si trova a
camminare in un silenzio surreale dentro una città spettrale, quasi
fosse una discesa agli inferi. E, infine, suggerisce la vita che
continua quando, dopo aver scampato alle bombe, un uomo torna a casa e
si siede a mangiare il piatto di pasta scotta, abbandonato in fretta al
segnale della sirena che annunciava l’arrivo di quei terribili angeli
d’acciaio seminatori di sventura.
Fonte:
http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/06/05/news/cagliari-e-la-guerra-del-43-quelle-bombe-dentro-casa-1.7201575
06Giu
Cagliari e la guerra del ’43, quelle bombe dentro casa
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