Di Lorenzo Brenna
Conflitti e guerre nascono e finiscono e una volta esauriti l’attenzione dell’opinione pubblica si sposta altrove, eppure, anche ad anni di distanza, la gente continua a morire. Colpa delle mine, armi subdole che tutt’oggi uccidono migliaia di persone ogni anno, tre vittime su quattro sono civili e, secondo l’Unicef, i bambini rappresentano più di un terzo delle vittime civili a causa della loro innata curiosità che li induce a capire cosa hanno davanti, anche nel caso di un ordigno. Per mantenere vivo l’interesse su questo grave fenomeno il 4 aprile si celebra la Giornata mondiale per la promozione e l’assistenza all’azione contro le mine, indetta dall’Assemblea generale dell’Onu l’8 dicembre 2005. “In questa giornata esorto gli stati membri a rinnovare e aumentare la lotta contro le mine attraverso i contributi finanziari e il sostegno politico. Le Nazioni Unite si impegnano a collaborare con i paesi interessati per ridurre la minaccia delle mine e i pericoli di esplosione”, ha affermato Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite. L’edizione del 2015, il cui slogan è “Più delle mine”, si focalizza anche sugli altri tipi di minacce rappresentati dagli ordigni esplosivi. Le mine infatti non sono l’unico pericolo per i civili in fase di post-conflitto. Bombe inesplose, granate, armi e munizioni e ordigni esplosivi improvvisati, più comunemente conosciuti come Ied (Improvised explosive device) possono uccidere e ferire e bloccano inoltre l’accesso alle cure sanitarie, all’educazione e allo sviluppo. Attualmente in Afghanistan gli Ied sono dieci volte più letali delle mine. Il problema richiede sforzi costanti da parte degli stati, con l’assistenza dell’Onu e delle organizzazioni preposte, per favorire la bonifica nei paesi in cui le mine e i residuati bellici costituiscono una grave minaccia alla sicurezza della popolazione civile e un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico. Fonte: http://www.lifegate.it/persone/news/il-4-aprile-e-la-giornata-mondiale-per-lazione-contro-le-mine-2
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