In precedenza il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca è preoccupata dalle notizie sul trasferimento di mercenari di gruppi clandestini armati, in particolare dalla Siria e dalla Libia, nel Karabakh. Le autorità russe hanno invitato i capi degli Stati interessati ad adottare misure per scongiurare il coinvolgimento di terroristi e mercenari stranieri nel conflitto, nonché a ritirarli immediatamente dalla regione. Il fatto che combattenti siriani si siano recati nella repubblica non riconosciuta del Caucaso meridionale per partecipare alle ostilità è stato riferito anche dal presidente francese Emmanuel Macron prima dell’inizio del vertice europeo. L’Armenia ha le prove che il comando militare turco sta controllando le operazioni militari dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh, aveva detto in precedenza al quotidiano francese Le Figaro il premier armeno Nikol Pashinyan. La situazione nella regione contesa del Caucaso meridionale è peggiorata domenica, dopo che Armenia e Azerbaigian hanno dato vita a reciproci scontri a fuoco e provocazioni militari lungo la linea di contatto. L’escalation ha spinto entrambi i Paesi a introdurre la legge marziale e la mobilitazione. Il conflitto nella regione è iniziato nel febbraio del 1988, quando la Regione Autonoma del Nagorno-Karabakh a maggioranza armena proclamò l’indipendenza dalla Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian. Nell’area è scoppiato un conflitto armato tra il 1992 al 1994, da allora sono stati avviati negoziati per la normalizzazione del conflitto con la mediazione del gruppo di Minsk dell’OSCE, guidato da Russia, Stati Uniti e Francia. L’autoproclamata Repubblica, che formalmente fa parte dell’Azerbaigian, ha cercato il riconoscimento internazionale, con il premier armeno Nikol Pashinyan che ha proseguito i tentativi alla luce delle crescenti tensioni nell’area contesa.
Fonte: https://it.sputniknews.com/politica/202010029608347-premier-armeno-detta-le-condizioni-per-cessate-il-fuoco-nel-nagorno-karabakh/
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