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Un’altra bomba, due anni dopo. Un altro ordigno a mano risalente alla Prima Guerra Mondiale rinvenuto nello stesso posto del primo, sugli argini dell’Agno. È stato trovato durante un sopralluogo di lavoro e fatto brillare in cava ai militari del Genio. Ma rimane il quesito: come ci è finita, ancora una volta, una bomba in quel posto? Qualche giorno fa un tecnico ittiologo di 58 anni, residente a Camisano Vicentino, che faceva delle rilevazioni per conto della Regione Veneto, si trovava lungo l’argine del torrente Agno ad un centinaio di metri dal ponte di via Marconi, quando, nascosto dall’erba alta, ha scorto l’ordigno bellico. L’uomo, tenuto conto del luogo dove si trovava, ha dapprima osservato un po’ incredulo le fattezze dell’oggetto metallico, poi ha capito di che cosa si trattava ed ha allertato i Carabinieri. L’intervento è stato immediato: l’area è stata subito segnalata con un nastro biancorosso, recintata e messa in sicurezza per evitare a chiunque, che passasse lungo l’argine, di avvicinarsi. I Carabinieri hanno inoltrato alla Prefettura la domanda di intervento urgente per la rimozione della bomba, tenuto conto che durante la stagione autunnale è sempre possibile una piena improvvisa del torrente con il pericolo che le acque si portino via l’ordigno. Ieri di buon mattino, sono giunti da Legnago, nel Veronese, gli artificieri dell’8° Reggimento Genio Guastatori, che hanno preso in consegna la bomba e l’hanno trasportata alla cava Grolla di Spagnago di Cornedo, di proprietà della società Fedo Marmi, che aveva in precedenza dato la disponibilità, dove è stata fatta brillare. Le operazioni di rimozione della bomba dall’argine del torrente Agno, coordinate dalla Prefettura e sorvegliate dai Carabinieri della stazione di Trissino, sono state eseguite senza procurare danni a cose o persone, tra la curiosità dei passanti. Non è la prima volta che lungo l’argine del torrente Agno si trovino degli ordigni bellici della prima guerra mondiale: il 3 marzo 2017 un gruppo di ragazzi, che si erano improvvisati pescatori, ne avevano trovato uno di simile a pochi metri di distanza da quello rinvenuto in questi giorni. Come i due esemplari, se pure arrugginiti, di bomba a mano Sipe a sfregamento, la più usata in quel conflitto, siano finiti a Brogliano ad un centinaio di metri dal ponte sul torrente Agno, si fanno solo delle ipotesi: o trasportati dalla corrente o qualche collezionista, colto da paura, che voglia disfarsene.
Foto-Fonte: https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/valdagno/brogliano/spunta-un-altra-bomba-lungo-la-riva-dell-agno-1.7710020